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Nel centro di Roma deve tornare l'ordine. L'assessore Lucarelli: “Stop a suk, souvenir e buttadentro”

Damiana Verucci
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Ristoranti e attività commerciali di qualità. Pronti un «marchio Roma» e linea dura contro i «buttadentro», quelle figure abbastanza fastidiose che fermano i turisti fuori dai locali per convincerli a entrare e che sono noti soprattutto in alcune strade del centro ad alta concentrazione di ristoranti e di stranieri. L'assessore alle Attività Produttive, Monica Lucarelli, ha le idee chiare su come far ripartire il commercio e la ristorazione romana nell'era del dopo Covid. E fa del decoro il fulcro di questa azione.

I «buttadentro» sono diventati quasi una figura caratteristica di questa città, come pensa di eliminare il fenomeno?
«Ci stiamo ragionando. Di certo partiamo dal presupposto che a Roma si viene anche per la sua cucina e per la grande quantità di ristoranti che ci sono e che offrono svariati menù. Purtroppo, come dice il presidente della Camera di Commercio Lorenzo Tagliavanti, determinati fenomeni possono lasciare un brutto ricordo ai turisti e vanno controllati in modo adeguato».

 



Ma si tratta di personale del locale che in genere ferma il turista e gli espone la qualità dell'offerta del ristorante stesso. Come si configura la fattispecie di eventuale danno che giustificherebbe la repressione del fenomeno?
«Come le dicevo è un ragionamento che abbiamo iniziato perché il confine tra lecito e illecito è molto sottile in questo caso. Parleremo con il comandante dei vigili urbani e con l'Avvocatura e se ci sono i presupposti possiamo pensare anche a una delibera. Gli strumenti ci sono, una volta individuato l'illecito».

Cos'è, invece, il «marchio Roma»?
«È una sorta di bollino di qualità che daremo alle attività produttive che si distingueranno per determinati canoni che più che altro hanno a che fare con il decoro. Ad esempio lo daremo a chi non ha i buttadentro. L'immagine è importante, camminare per le strade del centro e vedere ad esempio i menù appoggiati dove capita fuori dai locali o appesi ovunque alle pareti o ancora quelle scritte al neon di certi negozietti di souvenir che si trovano in centro, accanto magari a monumenti o palazzi di pregio, non va bene, non dà il giusto risalto a questa città, che è la Capitale d'Italia e dove vengono persone da tutto il mondo. Qualità e decoro, lo ripeto sempre».

 



Varrà anche per le tende di plastica dei ristoranti che invadono Roma quando piove o fa freddo?
«Certo. Il catalogo degli arredi già esiste. Va rivisto, eventualmente modificato se serve e soprattutto applicato. È quello che faremo».

Quando sarà pronto questo «marchio Roma»?
«Ci stiamo lavorando velocemente per renderlo applicabile già entro la prossima estate in vista, si spera, della ripresa del turismo. Roma ha la pecca che si racconta poco, perché adagiata sulla sua eredità passata. Invece l'esperienza che si fa in questa città sarebbe bello potesse continuare una volta tornati a casa, per questo premieremo anche quelle aziende che sapranno innovarsi e aprirsi a nuove forme di commercio. Il marchio è un modo per rendere riconoscibile che saprà distinguersi».

 

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