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Troppi morti, Prima Porta al collasso. Scaricabarile Ama e Campidoglio

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Al cimitero di Prima Porta le salme non entrano più mentre Ama e Campidoglio si  rimpallano le responsabilità.  L'aumento della mortalità nei mesi di ottobre e novembre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ha portato alla paralisi dei servizi funebri.

La difficile situazione ha portato allo scontro Ama Cimiteri Capitolini e  Roma Capitale Dipartimento Servizi Delegati che scaricano l'uno sull'atro la responsabilità dei ritardi nelle cremazioni. Per Ama i ritardi sono dovuti alla lentezza e alla burocrazia del Campidoglio che a sua volta accusa l'azienda di consegnare le pratiche per le cremazioni incomplete o con macroscopici errori. Visto lo stallo della situazione, a protestare è il comparto funebre privato.

Con una lettera inviata alla sindaca Raggi, Federcofi (Federazione Comparto Funerario Italiano) e Efi (Eccellenza Funeraria Italiana) richiedono un tavolo tecnico permanente. Le due organizzazioni nazionali di categoria hanno indirizzato la missiva anche all'assessora ai Servizi funebri e cimiteriali Laura Fiorini e a Salvatore Buccola, direttore dipartimento servizi delegati. In realtà, denunciano le organizzazioni, la situazione ora al collasso, era difficile anche prima dell'arrivo della pandemia e numerose erano state le loro denunce sullo stato dei cimiteri e il servizio di cremazione.

A preoccupare sono soprattutto  i gravissimi rischi igienico sanitari legati alla sosta per lunghi periodi, presso i depositi del Flaminio e del Verano, dei feretri destinati alla cremazione che potrebbero rappresentare vere e proprie "bombe biologiche", ancora più potenti se si pensa che i defunti per covid vengono custoditi negli stessi locali con defunti per altre malattie o cause naturali.

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