Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Roma, ospedali senza posti: una regione di "senzaletto"

Antonio Sbraga
  • a
  • a
  • a

Pronto soccorso ridotti “in barella” nel Lazio: alle 18 di ieri c’erano ben 620 “pazienti in attesa di ricovero o trasferimento” nelle strutture d’emergenza-urgenza sempre più sovraffollate. Oltre i due terzi di questi “senza letto” erano presenti negli ospedali romani (423), di cui 8 lasciati a bordo delle ambulanze davanti al policlinico Casilino (con complessivi 24 pazienti in attesa sugli 84 presenti al Pronto soccorso). Anche se il numero più alto di persone lasciate in stand-by si registra, come da diversi giorni oramai, all’ospedale Pertini, con oltre i due terzi in attesa: 58 su 74. Seguito sul mesto podio dal San Camillo-Forlanini (55 su 87) e dal Sant’Andrea (50 su 70).

Solo ieri i “ricoverati con sintomi” sono stati 67, facendo arrivare il numero totale dei degenti a 2686. Un numero ormai molto vicino ai 2913 posti letto riservati ai casi Covid dall’ordinanza del 22 ottobre scorso: quella nuova, firmata dal governatore Nicola Zingaretti giovedì scorso, aggiungerà altri 2397 letti, per un totale di 5310 posti (compresi i 901 di terapia intensiva) “da assicurare entro lunedì 16”.

Nel frattempo, però, ci sono da fronteggiare le montanti richieste di posti letto che, come ammette nell’ordinanza anche lo stesso governatore, portano a una media “di nuovi ricoveri giornalieri in reparto Covid-19 e in Terapia Intensiva rispettivamente pari a circa 150 e 15, considerata una degenza media di 14 e 21 giorni”. Ieri, ha quantificato l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, “il tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva è al di sotto della soglia di allerta e il tasso di incidenza per 100 mila abitanti nell’ultima settimana è pari a 232”. Però, secondo il Rapporto di Altems, l’alta scuola di economia e management dei Sistemi Sanitari dell’Università cattolica, il Lazio è una delle 3 Regioni italiane che hanno finora attivato meno posti letto di terapia intensiva rispetto ai ventilatori polmonari distribuiti dalla struttura commissariale guidata da Domenico Arcuri.

Nel “rapporto tra ventilatori polmonari distribuiti durante l’emergenza ed i nuovi posti letto attivati nelle regioni italiane”, infatti, secondo Altems “la Regione che mostra il rapporto più altro è la Calabria, dove ogni 22,67 ventilatori distribuiti è stato attivato un posto letto di Terapia Intensiva, seguita dalle Marche dove il rapporto si attesta a 5,82 e dall’Emilia Romagna (3,61). Questo indicatore assume un valore medio del nostro paese di 1,71 mentre le Regioni che ne registrano il valore più basso sono il Piemonte (0,81), il Friuli Venezia Giulia (0,85) e il Lazio (0,87)”.

Dai blog