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Roma, ospedali senza fiato: in seicento in fila per un letto

Antonio Sbraga
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La progressiva saturazione dei posti letto (i 191 ricoveri di ieri hanno portato i degenti-Covid a ben 2508) sta togliendo il fiato agli ospedali laziali, sempre più boccheggianti fra le repentine ricerche di reparti da riconvertire e quelle del personale da implementare. Oltre che da rimpiazzare, considerati gli ormai oltre “mille operatori sanitari positivi al Covid”, come quantificano Cgil, Cisl e Uil. Nel Lazio nell’ultima settimana c’è stato un incremento percentuale dei casi del 39,3% (media nazionale 34,5%), mentre i “ricoverati con sintomi” sono 37,3 per 100 mila abitanti, anche in questo caso sopra i 35 della media italiana secondo il monitoraggio indipendente effettuato dalla Fondazione Gimbe.

Ieri, alle ore 19, c’erano ben 590 “pazienti in attesa di ricovero o trasferimento” nei Pronto Soccorso laziali. A partire dai 57 in stand-by sui 79 presenti al Pertini e i 48 in attesa rispetto ai complessivi 75 in trattamento al San Camillo-Forlanini. Dove proprio oggi, annuncia la Regione, “aprirà la nuova area di Pronto Soccorso”. Ma nel nosocomio di Circonvallazione Gianicolense i sindacati, in mancanza di dati ufficiali, già quantificano “circa un centinaio di contagiati tra gli operatori sanitari”. Ed ora l’azienda fa ricorso alla “somministrazione di lavoratori temporanei di area sanitaria” per arruolare infermieri sino alla fine del 2021 per un costo complessivo di 2 milioni e 72 mila euro. “E’ assurdo che, con una graduatoria aperta come quella del maxi-concorso del Sant’Andrea e con migliaia di infermieri in attesa di una chiamata da mesi, il San Camillo abbia deciso di perpetuare il ricorso al lavoro interinale”, protesta il segretario provinciale del sindacato Nursind, Stefano Barone.

Al policlinico Tor Vergata è la stessa azienda a quantificare il numero degli operatori contagiati (70) e ammette i problemi di reperimento del personale: 49 infermieri, infatti, se ne sono andati subito dopo essere stati appena assunti. Il Ptv conta attualmente 151 posti letto Covid, di cui 23 di terapia intensiva, però non bastano più. E, nei prossimi giorni, verrà appositamente riaperto un reparto finora chiuso, dove potranno essere sistemati altri 20 degenti-Covid. In Consiglio regionale il capogruppo FdI, Fabrizio Ghera, chiede all’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, “come mai il Centro Covid dell’ospedale Sandro Pertini è stato riattivato solo il 30 ottobre? Le decine di contagi che stanno falcidiando medici ed infermieri potevano essere evitati. La seconda ondata del Coronavirus era attesa, i primi segnali c’erano già ad agosto, ma nulla è stato fatto per approntare un percorso separato per il triage e l’accettazione dei pazienti giunti in ospedale con i sintomi del Covid19. Di conseguenza, per effetto della massiccia affluenza ed il protratto stazionamento dei contagiati nell’unico Pronto Soccorso, dove si prestava assistenza ad altri malati, si sono create condizioni di promiscuità tali- conclude Ghera- da generare un deciso incremento dei contagi tra medici ed infermieri”. E anche al San Filippo Neri, denuncia il sindacato medico Cimo Lazio, “ad oggi ci sono ben 36 operatori sanitari, tra medici e infermieri, che sono ko perché si sono infettati di Covid”.

 

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