Perché l'hanno massacrato di botte. Spunta la verità sulla morte di Willy Monteiro
Ucciso di botte per aver cercato di sedare una lite. Questo sarebbe il movente dell'omicidio avvenuto la scorsa notte a Colleferro, cittadina alle porte di Roma. La vittima, di appena 21 anni, si chiamava Willy Monteiro Duarte, secondo quanto riferiscono i testimoni, sarebbe stato accerchiato da quattro o cinque persone dopo il suo tentativo di far da paciere nel corso di una lite per futili motivi scoppiata a largo Oberdan poco dopo le 2 di notte.
Il ragazzo, residente nella vicina Paliano in provincia di Frosinone, è stato massacrato a pugni e calci. L'aggressione sarebbe avvenuta in pochi minuti davanti gli occhi allibiti di un coetaneo della vittima che era in sua compagnia. Stavano facendo ritorno alla macchina quando hanno notato la lite e sono tornati indietro. Un atto di generosità quello di Willy che gli è costato la vita. Gli aggressori, subito dopo il pestaggio, sono fuggiti a bordo di un suv ma i carabinieri della Compagnia di Colleferro sono riusciti a rintracciarli.
Al momento quattro persone si trovano nella caserma in stato di fermo. E sono stati proprio i militari dell'Arma tra i primi a prestare soccorso allo sfortunato calciatore italo-capoverdiano che si pagava gli studi facendo l'aiuto cuoco in un ristorante di Artena. Nonostate l'arrivo tempestivo dei medici dell'Ares 118 Willy Monteiro è morto durante il trasferimento in ospedale. Fatale, dalle prime indiscrezioni trapelate, potrebbe essere stato un calcio alla testa che avrebbe provocato una violenta emorragia cerebrale. Un aspetto questo che potrà essere confermato solo dall'autopsia. Nel frattempo il sindaco di Paliano, Domenico Alfieri e i sindaci di Colleferro e Artena, oltre ad aver deciso di dichiarare il lutto cittadino, deporanno una corona di fiori sul luogo dell'omicidio. "Assieme al Sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna e al Sindaco di Artena Felicetto Angelini - scrive il primo cittadino di Paliano - deporremo dei fiori nel luogo dove ha perso la vita il nostro amato Willy".
Lo studente-calciatore che aveva un sogno: quello di indossare la maglia giallorossa. Era un grande tifoso della Roma e giocava a pallone: era una vera promessa del calcio. I compagni della società sportiva di Paliano non si danno pace. Willy era l'anima della compagine, l'allegria e l'adrenalina di tutti nei momenti di sconforto. Il sorriso candido era il passaporto di questo ragazzo buono, studioso e lavoratore. Figli di emigranti arrivati dall'isola di Capoverde tanti anni fa, era nato e cresciuto tra i vicoli di Paliano, caratteristico borgo medioevale dell'alta Ciociaria, dove mamma Lucia e papà Armando sono braccianti in un'azienda agricola. Gente perbene, onesta i Monteiro Duarte. Ragazzi educati e speciali i tre figli: Willy il primogenito, poi Milena e l'altra figlia poco più che adolescente.
Studente dell'Istituto Alberghiero di Fiuggi, cittadina termale del frusinate, Willy lavorava come aiuto cuoco in un ristorante della zona ed era una delle comparse del corteo storico del Palio di Paliano. Sfilava con orgoglio indossando gli abiti risalenti al '500 tra una partita di pallone ed un allenamento. Mai un litigio, mai un problema adolescenziale o di scuola. Sempre ligio, rispettoso delle regole e del prossimo, Willy ha trovato la morte in una sera di fine estate. Era arrivato a Colleferro dopo aver lavorato. Ha consegnato pasti, pizze e servito ai tavoli come solo una persona responsabile può fare senza minimamente immaginare che di lì a qualche ora la sua giovane vita venisse spezzata da mani violente, da calci devastanti e da una rabbia incontrollata forse dettata da un odio razziale. Il pestaggio del ragazzo dalla pelle di ebano è avvenuto in pochi minuti nei presso di un'edicola in piazza Garibaldi. In cinque contro uno. In cinque contro uno scricciolo di uomo che sognava di correre a perdifiato sul campo verde dell'Olimpico indossando la maglia dell'amore infinito. Chi ha assassinato Willy non è riuscito a vedere il suo sorriso candido e gli occhi da bambi spaurito. Perché se questo fosse accaduto forse ora non staremmo a raccontare questa orribile storia di violenza e degrado.