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Tutte le buche di Virginia Raggi. Marchi: ecco perché da lei scappano tutti

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La strada percorsa in questi quattro anni di Virginia Raggi è disseminata di buche. Strade colabrodo, rifiuti ovunque, Ama e Atac le spine nel fianco della prima sindaca di Roma del Moviemento 5 stelle. A ripercorrere le tappe della via crucis della Capitale ai tempi di Virginia è Sergio Marchi sul sito 7Colli di Francesco Storace.  "Quattro anni di buche. Si potrebbe sintetizzare così il giudizio sulla prima sindacatura targata Cinque Stelle a Roma. Prendendo spunto dallo stato delle strade nella città. Un’avventura nata da un successo elettorale travolgente. Figlio anche dei clamorosi errori compiuti dai partiti tradizionali che si erano alternati al governo della Capitale. Con il PD che era andato dal notaio per sfiduciare il suo sindaco Ignazio Marino. E il centrodestra che si presentava diviso con la doppia candidatura di Giorgia Meloni e di Alfio Marchini". Un clima di caccia alle streghe che ha spianato la strada alla Raggi che aveva battuto  Marcello De Vito alle primarie grilline.

I 5stelle si sono imposti in "13 Municipi su 15. Una sorta di monocolore, che nella storia della politica non ha mai portato fortuna. E infatti sono subito nati i problemi. Con le prime scelte della sindaca, la nomina di Raffaele Marra a dirigente e le grane giudiziarie. Dalle quali va detto la Raggi è uscita pulita. Ma è il cambiamento promesso che non si è visto in questi quattro anni. E così la fiducia degli elettori è scesa a livelli preoccupanti. E adesso non manca nemmeno il fuoco amico. Con le dimissioni della presidente del Municipio 7 Monica Lozzi. Gli attacchi di personaggi un tempo vicinissimi come il presidente della commissione mobilità Enrico Stefano. E ben cinque parlamentini locali caduti in quattro anni. Un record, come quello dei manager cambiati nelle aziende partecipate. Una girandola di nomi alla ricerca di un cambio di passo mai trovato", scrive Marchi su 7Colli.

 

Le strade di Roma sono disseminate di buche e voragini "ma a questo purtroppo i Romani sono abituati. Alcune scelte dell’amministrazione invece hanno creato sconcerto e polemiche. Come quella di togliere i sanpietrini da via Quattro Novembre. O di aprire i varchi del centro storico mentre si pedonalizzava il lungomare di Ostia". Ma i punti critici dell’amministrazione Raggi "restano senz’altro il decoro urbano, la politica dei rifiuti e la mobilità. In Atac l’amministratore unico Simioni ha lasciato il suo posto. Per essere promosso nella girandola di nomine rosso gialle effettuate durante il lockdown ai vertici dell’Enav. L’attuale numero uno aziendale Giovanni Mottura ha davanti un compito non facile. Perché il concordato è appeso a un filo, con perdite rilevanti accumulate anche a causa della pandemia. E della drastica riduzione dei passeggeri sui mezzi pubblici. La flotta è in media molto vecchia, e ben 40 autobus sono andati a fuoco dall’inizio dell’anno. Anche questo un record negativo mai raggiunto prima".

 

E ancora la bomba dei campi rom e il caso rifiuti con "il nodo di Malagrotta due, la nuova grande discarica di Roma. Alla quale la Raggi a dicembre del 2019 aveva detto si, condividendo la scelta della Regione Lazio. Di realizzare il nuovo impianto a Monte Carnevale, sempre nella Valle Galeria.  Salvo poi essere smentita dai suoi stessi uffici. E forse anche un questo caso la prima cittadina ha cambiato idea. Sulla spinta di una forte e contraria pressione popolare. Mentre Ama si presenta senza bilancio approvato da tre esercizi. E l’amministratore delegato Zaghis minaccia di sospendere la raccolta porta a porta".

Anche i fedelissimi mollano Virginia, come Enrico Stafano che ammette: "In questi quattro anni è mancata una visione della città". "E si è preferito navigare a vista - aggiunge Marchi -  assecondando gli umori popolari. E alla fine si è riusciti a scontentare tutti. In questo clima la recente votazione sulla piattaforma Rousseau che autorizza la prima cittadina a ripresentarsi come candidata a sindaco di Roma appare solo come l’ultima trappola. Mentre tra fuoco amico, tradimenti e veleni la imminente campagna elettorale per Virginia Raggi si sta trasformando in una faticosissima pedalata in salita. Che potrebbe preannunciare una rovinosa caduta".

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