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Roma, commercio in crisi. Saldi, tasse e tavolini: è tutto fermo

Damiana Verucci
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C'è un'emergenza da affrontare senza precedenti, un mondo produttivo praticamente fermo che attende provvedimenti come la sospensione della Tari, quella dell'occupazione di suolo pubblico, che non solo sono stati promessi in tempi di lockdown ma anche dati per pronti da settimane. Il tempo però passa, le bollette arrivano e l'Amministrazione pensa bene di rimandare di giorno in giorno il Rendiconto di Bilancio rendendo ancora più incerto il futuro di intere categorie produttive oltre che quello dei cittadini. E se il quadro economico non è chiaro tantomeno possono esserlo i provvedimenti a favore delle categorie. Eppure di questi tempi anche 200 euro possono fare la differenza per chi tira su la saracinesca del proprio negozio ogni giorno, soprattutto se quel negozio poi resta vuoto o quasi.

Ci avevano sperato, i commercianti, quando la sindaca aveva annunciato giorni fa lo shopping day e aveva dato mandato alla Camera di Commercio di occuparsene anche con un certa fretta per dare un segnale di speranza al commercio su strada. Che fine ha fatto quell'evento? Non si sa. Bocche cucite ai piani alti dell'Ente di via de'Burrò nonostante qualcuno interno si faccia scappare che da parte loro tutto è pronto. Così come restano nell'incertezza più totale le centinaia di esercenti che stanno inviando ai Municipi di competenza la richiesta di ampliamento o di nuova osp e che non hanno idea di come andrà a finire. Nel senso che loro la domanda la inoltrano e intanto mettono i tavoli fuori ma poi il Municipio ha 60 giorni di tempo per negare o autorizzare e in base ai criteri minimi che fanno fede in questo momento centinaia di domande rischiano di essere bocciate perché in contrasto con le norme del codice della strada.

Per carità, intanto i titolari dei locali occupano e scavallano l’estate e a vederla così si potrebbe pensare male e dire che forse era proprio questa la volontà politica, quella cioè di produrre un documento che consentisse loro una boccata d'ossigeno preoccupandosi poco, tuttavia, delle conseguenze future. Nei Municipi sono molto preoccupati. Il I ha già dovuto rigettare una domanda e si vocifera che sono tante ad una prima rapida occhiata che potrebbero fare la stessa fine. Se si fosse portata in Assemblea capitolina la delibera di giunta modificata così come si era promesso, magari gli esercenti si sarebbero sentiti più sicuri di non vedersi multare o addirittura togliere in un secondo momento quanto concesso oggi. Insomma, il caos continua a farla da padrone.

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