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Le palestre: aiutateci a non fallire

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In questi giorni, con la riapertura di palestre e circoli, la preoccupazione più grande di chi li frequenta è stata spesso la restituzione del periodo non fruito durante la chiusura dei centri sportivi, in osservanza al Decreto governativo come misura anti - covid19.
L’Anif (Associazione Nazionale Impianti per lo Sport e per il Fitness, Piscine, Palestre e campi sportivi) ha presentato un emendamento, ormai approvato nel Decreto Rilancio, che prevede la restituzione del «periodo di abbonamento» non fruito, oppure di altre attività o servizi all’interno dello stesso centro sportivo, di pari valore. Solo il titolare-gestore del centro sportivo potrebbe decidere se dare il corrispondente valore economico ma, generalmente, essendo tutti i centri sportivi in grave crisi economica, se non quasi vicini al fallimento, a causa del mancato flusso economico di 3 mesi, la scelta comune è sempre quella di restituire il periodo di abbonamento non fruito.

 


L’Anif, chiede, quindi, a nome di tutti i centri sportivi italiani, che non si continui a chiedere la restituzione del valore economico del periodo di abbonamento non fruito che peraltro non è dovuto per decreto governativo, che riporta nell’art. 216, comma 4 del decreto rilancio «… il gestore dell’impianto sportivo, entro 30 gg dalla presentazione dell’istanza di cui al periodo precedente, in alternativa al rimborso del corrispettivo, può rilasciare un voucher di pari valore incondizionatamente utilizzabile presso la stessa struttura entro un anno dalla cessazione delle predette misure di sospensione dell’attività sportiva».

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