Raggi: "Un mio bis? Non penso alle poltrone". Ma è scontro nel M5S
Manca un anno alle elezioni comunali a Roma e, da qualche settimana, è partito all'interno del M5S, il dibattito sulla ricandidatura della sindaca Virginia Raggi. Il vincolo del secondo mandato precluderebbe alla Raggi la possibilità di correre per il Campidoglio nel 2021. Eppure il dibattito tra i big pentastellati è aperto. Lo stato maggiore grillino non chiude alla ricandidatura della Raggi, anche perché potrebbe rappresentare lo stratagemma per far cadere il vincolo del secondo mandato anche per i parlamentari, andando anche oltre la riforma del mandato zero per i consiglieri comunali (che consente agli eletti nei Comuni con due mandati - ma non ai sindaci - di potere candidarsi alle Politiche). La decisione verrà presa probabilmente agli Stati generali - se e quando si svolgeranno - e passerà per Rousseau. Intanto nel M5S è scontro. «Ritengo non sia questo il momento di pensare alle poltrone. È ancora il momento di dare tante risposte», taglia corto la Raggi intervenendo a «Tagadà» questo pomeriggio in onda su La7. «In questo momento - spiega la sindaca di Roma - ai cittadini non interessa parlare di poltrone. Lo dico molto onestamente, questa telenovela non appassiona nessuno, a me sicuramente no. Sono qui per continuare a lavorare. Se ci sono persone che hanno tanto tempo da perdere e vogliono perdersi in questi ragionamenti e voli pindarici lo facessero pure. Io come sindaco sono una cittadina tra cittadini sono stata chiamata a fare un lavoro, è quello che sto facendo e voglio fare. Lo faccio anche quando sono stanca all’una di notte, come ieri per la delibera tavolini, perché ci sono persone che non hanno tirato fuori un soldo dal loro lavoro e devono anche pagare gli stipendi ai loro dipendenti. Io devo dare risposte a loro, agli altri non è il momento». Quanto al dibattito sulla modifica della regola Cinque Stelle del doppio mandato, Raggi ha tagliato corto. «Non è un tema che può interessare gli italiani». Ad aprire alla possibilità di ricandidatura della Raggi è il Guardasigilli Alfonso Bonafede. «Abbiamo rivalutato l’opzione per il consigliere comunale. Un dibattito sul sindaco si può aprire ma attualmente non è all’ordine del giorno», spiega a Porta a Porta il ministro della Giustizia e capo della delegazione 5 Stelle al governo. E sulla possibilità di una candidatura di Alessandro Di Battista commenta «È fantascienza». Chi è da sempre contro la ricandidatura della Raggi è Roberta Lombardi. «Con le regole attuali questo non è possibile e per me le regole attuali non sono da cambiare», spiega a la Repubblica la Lombardi. «Lo dico - aggiunge - nella duplice veste di esponente del comitato di garanzia e di attivista di lungo corso. Non mi piace il metodo della deroga ad personam, se una regola ha perso la sua ragion d’essere deve essere modificata per tutti». «Ma cambiare questa regola in particolare - precisa - significa entrare in una logica di ricerca del consenso per perpetuare di mandato in mandato la propria posizione». Lombardi torna poi sulla situazione capitolina. «Io non conosco - afferma - la situazione di Torino, posso parlare per Roma. Qui il Movimento è servito a distruggere il sistema di Mafia Capitale e ora può essere importante per la ricostruzione della città. Ma per farlo serve un ingaggio forte. Bisognerà lavorare con tutte quelle forze politiche e civiche che vogliono far crescere i semi piantati da noi. E serve un candidato sindaco vincente che sappia far lavorare insieme piazza e istituzioni». «Siamo arrivati - conclude la Lombardi - a vincere Roma nel 2016 con un consenso tale da non avere abbastanza persone per ricoprire tutte le posizioni. Questo ha fatto sì che in un Movimento così giovane entrasse di tutto. È stata fatta una bella selezione naturale».