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Cecilia Sala e l'ipocrisia del Pd, quando Serracchiani in Iran obbediva alla legge del velo

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Certe storie non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Come le foto che immortalano la visita a Teheran dell'allora presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani. L'esponente del Pd nel 2016 si era recata nella capitale iraniana in missione istituzionale per prendere parte al “Contract Made in Italy”. In quell’occasione, la dem si era fatta fotografare con il capo coperto dal velo, proprio come prevede la legge della teocrazia islamista. Convegni, incontri, visite nei luoghi d'arte, ovunque con il capo coperto come le donne iraniane per evitare il pugno duro del regime degli ayatollah. Immagini che stridono con le dichiarazioni odierne dopo l'arresto della giornalista Cecilia Sala in Iran, detenuta nel carcere di Evin. Dal Pd infatti si levano grida di sdegno per il trattamento riservato alla cronista e autrice di podcast, mentre in passato importanti esponenti di quel partito chinavano il capo alla legge islamica e alla dittatura di Teheran.

 

"Mettersi il velo è la più grande buffonata della storia", "stai deridendo i diritti delle donne italiane e dei paesi civili", sono alcuni dei commenti che allora avevano colorato le foto istituzionali di Serracchiani. Che tuttavia non è l'unica dell'area progressista a coprire il capo in Iran. Nel 2017 l’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, la renziana Federica Mogherini, era stata a Teheran, insieme a delegazioni di 70 paesi del mondo, per la cerimonia di insediamento del riconfermato presidente iraniano Hassan Rohani. In quell'occasione era apparsa alla cerimonia e in conferenza stampa con il velo.

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