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Reati sessuali, il report che dà ragione a Valditara: "Il 43% commesso da clandestini"

Christian Campigli
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Se non può essere espresso in cifre, non è scienza, è opinione. Una massima, quella ripetuta più volte dallo scrittore statunitense Robert Anson Heinlein che la politica dovrebbe costantemente tenere a mente. In particolar modo, quando i leader dei vari movimenti hanno l’ardire di volersi confrontare con la realtà dei più rilevanti fenomeni sociali. In questi casi partire dai numeri, oggettivi ed insindacabili, freddi ma incredibilmente lineari, dovrebbe essere una forma mentis prioritaria. Dovrebbe, appunto. Per settimane la sinistra ha gridato allo scandalo, alla vergogna, alle piaghe bibliche (con tanto di invasione di cavallette e locuste) perché il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, aveva sottolineato come vi fosse una stretta correlazione tra l’immigrazione clandestina e i reati a sfondo sessuale. I radical chic de' noialtri, comodamente seduti di fronte al caminetto nella villetta in collina, avevano, in ordine sparso: gridato all’immancabile decadenza razzista, al ritorno del fascismo (un grande classico) e al reale colpevole (secondo la loro sindacabile opinione), il patriarcato.

 

 

 

Il nostro quotidiano è entrato in possesso di alcuni dati che, nella loro glacialità, confermano la tesi di Valditara e smentiscono tutti i vari tromboni stonati della sinistra italiana. Ad oggi, i clandestini che vivono nel nostro Paese sono meno di 500 mila unità e gli extracomunitari circa 2,5 milioni. Gli altri 56 milioni sono comunitari (italiani e nativi di nazioni che fanno parte dell'Unione Europea). Partendo da questo dato consolidato e certo, si passa ad analizzare gli aggregati di denunce e arresti avvenuti in Italia negli ultimi dieci anni. È possibile subito notare una crescita esponenziale di stupri e molestie perpetrate da africani ed asiatici, a fronte di un aumento degli ingressi in Italia durante i governi Renzi, Gentiloni. Conte II e Draghi. Partiamo dal 2013: 978081 le persone fermate, tra questi i delinquenti extracomunitari erano il 31,10% del totale, il 38,74% se si fa riferimento esclusivamente alle violenze sessuali. Un dato pressoché identico l’anno successivo, che, al contrario, cresce nel 2015. In questo caso i reati sono persino in calo (961.949), restano in linea la percentuale di delitti commessi dagli stranieri, ma aumenta, e non di poco, l'incidenza sui reati a sfondo sessuali di extracomunitari: 40,92%.

 

 

 

In matematica nulla è casuale: 2014 e 2015 sono stati infatti due anni orribili dal punto di vista degli sbarchi. Basti pensare che se il 2014 si era concluso con 170.100 arrivi, il 2015 con 153.842 e il 2016 con 181.283 immigrati giunti nello Stivale. Insomma, non serve avere un master in matematica per comprendere come, in appena trentasei mesi, siano stati mezzo milione gli uomini e le donne arrivate in Italia. Scorrendola statistica, si giunge rapidamente ai giorni nostri: nel triennio 2018-20 l’incidenza dei reati sessuali perpetrati da uomini nati in Senegal e in Congo, in Pakistan come in Marocco è stata costantemente sopra il 40%. Calata, di pochissimo (39,53%) nel 2021, per poi assestarsi su un preoccupante 43% dal 2022 ad oggi. Ora, è del tutto evidente (almeno per chi non ha una fetta di mortadella bolognese sugli occhi) che se una popolazione che non arriva al 8% del totale commette il 43% dei reati a sfondo sessuale significa, inequivocabilmente, che esiste una stretta correlazione tra la devianza dovuta all’immigrazione clandestina (ovvero, la difficoltà di collocarsi socialmente nella società, di trovarsi un lavoro e un tetto sotto il quale vivere) ed i reati più odiosi, quelli commessi ai danni delle donne. Con buona pace dei fan del patriarcato, della sinistra, dei tromboni stonati e dei radical chic.

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