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Meloni-Milei, patto tra Italia e Argentina dal crimine allo sviluppo

Tommaso Manni
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A poche settimane dalla sua visita in Argentina, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto ieri a Palazzo Chigi il Presidente della Repubblica argentina, Javier Milei. I due hanno ribadito la comune volontà di rafforzare ulteriormente il già solido partenariato bilaterale, con l’obiettivo di concludere nei prossimi mesi un Piano d’Azione 2025-2030 che consenta di approfondire i già ampi ambiti di cooperazione tra le due Nazioni. Il colloquio ha anche permesso di riaffermare l’importanza attribuita alla cooperazione giudiziaria e a quella di sicurezza, con particolare riferimento alla lotta alla criminalità organizzata transnazionale, nonché la volontà italiana di accrescere la propria presenza economico-commerciale in Argentina, a partire dai settori energetico e ad alto valore aggiunto. In conclusione d’incontro, i due Leader hanno concordato di mantenere uno stretto coordinamento anche sui principali temi dell’agenda internazionale.

 

 

Meloni e Milei si sono incontrati già quattro volte nel corso del 2024: la prima il 12 febbraio, quando il Presidente argentino ha scelto Roma come prima Capitale europea da visitare dopo la sua elezione; il 14 giugno, al Vertice G7 in Puglia, dove l’Argentina era presente come nazione invitata nella sessione Outreach; il 23 settembre a New York, a margine della 79esima Assemblea generale delle Nazioni Unite. L’ultimo faccia a faccia è stato il 20 novembre a Buenos Aires, in occasione della visita ufficiale realizzata da Meloni in Argentina all’indomani del vertice del G20 tenuto a Rio de Janeiro, in Brasile. L’incontro con i vertici di Rio Tinto seguiranno di alcune ore l’annuncio di un investimento da 2,5 miliardi di dollari per produrre il carbonato di litio nel «Salar del Rincon», provincia di Salta. Un investimento che «garantirà oltre tremila posti di lavoro», ha assicurato su X il governatore di Salta, Gustavo Saenz. La multinazionale, ha aggiunto Saenz, ha deciso di scommettere sul Paese grazie al «Rigi», lo strumento voluto dal governo Milei che concede condizioni fiscali vantaggiose ai «grandi investimenti».

 

 

Sempre nella giornata di ieri la premier ha convocato una riunione virtuale dei Leader del G7 per discutere le principali questioni internazionali, nella prospettiva del passaggio di consegne tra la presidenza italiana del gruppo e quella canadese. Durante l’incontro i leader europei hanno ribadito e condannato l’invasione russa dell’Ucraina, riaffermando l’intenzione di sostenere la lotta del popolo ucraino per la libertà, la sovranità e l’indipendenza. Non solo. Hanno anche indicato l’intenzione di continuare ad applicare misure contro gli attori che sostengono lo sforzo bellico di Mosca. Sul versante mediorientale i leader hanno discusso la situazione in Siria e hanno auspicato che la fine del regime di Assad segni l’avvio di una transizione pacifica e ordinata attraverso la definizione di un processo politico inclusivo. Hanno poi ribadito l’importanza di rispettare la tregua in Libano che rappresenta un importante passo in avanti verso la pace. I G7 hanno rinnovato il sostegno al piano promosso dagli Stati Uniti per una tregua a Gaza, con il rilascio di tutti gli ostaggi e un aumento dell’assistenza umanitaria alla popolazione civile nella prospettiva di porre fine alla crisi e assicurare un percorso verso una soluzione a due Stati. I leader hanno discusso la situazione in Venezuela reiterando la condanna per le continue violazioni dei diritti umani e rinnovando l’impegno per facilitare una transizione pacifica verso la democrazia.

 

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