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Italia-Argentina, asse e sintonia tra Meloni e Milei: insieme per difendere l'Occidente

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Nel giorno in cui l’Argentina celebra la Giornata nazionale della sovranità, Giorgia Meloni e Javier Milei fanno asse sotto il profilo delle relazioni bilaterali tra i due paesi, ma anche e soprattutto sul versante politico. Il presidente argentino, che aveva lanciato la proposta di una ’Lega delle nazioni conservatrici’ direttamente da Mar-a-Lago dove si era recato per vedere il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, rilancia infatti la proposta in occasione della prima missione della presidente del Consiglio in America latina. Con Meloni che alla fine certifica «la condivisione politica tra due leader che si battono per difendere l’identità dell’Occidente, i punti cardine della sua civiltà, la libertà e l’uguaglianza delle persone, la democraticità dei sistemi, la sovranità delle nazioni».

 

 

Temi discussi subito dopo lo sbarco della premier a Buenos Aires nella cena privata andata in scena nella residenza presidenziale di Olivos. Un format, quello del doppio impegno (privato prima, istituzionale poi), già adottato da Milei la scorsa settimana in occasione della visita del presidente francese Emmanuel Macron. «Una serata informale e ristretta», secondo quanto filtra da palazzo Chigi, che anticipa di qualche ora il bilaterale in agenda alla Casa Rosada. È qui, nella sede del governo che affaccia su Plaza de Mayo, che Meloni e Milei mostrano un feeling personale e politico. Ci sono le dichiarazioni ufficiali, ma non solo. Anche il linguaggio del corpo testimonia la piena sintonia: il caloroso abbraccio all’arrivo (con la presenza anche della sorella e segretaria generale di Milei, Karina), lo scambio di battute e i sorrisi sulla balconata della casa Rosada, dove i due si affacciano per salutare la folla. E poi certo, le parole pronunciate da entrambi nel Salon Blanco al momento delle dichiarazioni congiunte. «Cara Giorgia voglio dirti che non siete solo tra amici, ma siete in famiglia, questa è casa tua», esordisce Milei, con Meloni che ricambia: «Caro Javier, le nostre sono nazioni sorelle che hanno ancora molto cammino da fare insieme, e sono felice di percorrerlo con un uomo valido e un amico, mio e dell’Italia». Milei mette quindi in risalto la comunanza di vedute da parte di «due amministrazioni che la pensano allo stesso modo» e che hanno «valori condivisi» che «oggi scarseggiano nel mondo occidentale» e che «furono in gran parte forgiati nell’antica Roma». L’elenco è lungo e, mentre viene declamato, Meloni ogni tanto applaude e sorride volgendo lo sguardo all’argentino. «Difendiamo il libero scambio, la sovranità delle nostre nazioni, vogliamo recuperare la libertà», afferma il padrone di casa secondo il quale i presidenti al mondo che affrontano «senza tregua» i problemi strutturali dei loro paesi «si contano sulle dita di una mano».

 

 

Tra questi c’è ovviamente Meloni, ma la speranza è che il fronte si allarghi a coloro che hanno «obiettivi comuni»: non solo quindi Italia e Argentina, «ma anche altri Paesi del mondo libero che condividono questi valori. Un’alleanza di nazioni libere, unite contro la tirannia e la miseria perché l’Occidente si trova nelle tenebre e chiede a noi che difendiamo la libertà, anche se siamo ancora pochi, di poter fare luce e segnare la strada». Nel suo intervento Meloni ricambia dichiarando che «il punto di vista di Buenos Aires può essere decisivo per affrontare le grandi sfide del nostro tempo» e che c’è «la volontà di lavorare insieme perché è molto forte la nostra unità di vedute su molti dossier». «L’Argentina è il punto di riferimento dell’Italia in America Latina», conclude quindi la premier annunciando di aver concordato con Milei la scrittura di un piano d’azione Italia-Argentina 2025-30 che individui i principali settori della collaborazione bilaterale su cui concentrarsi.

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