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Regionali, Conte fa sprofondare i 5Stelle alla vigilia della resa dei conti. E Grillo ci prova

Aldo Torchiaro
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 Se il centrosinistra vince, il Movimento Cinque Stelle perde. Sprofonda, precipita. In Emilia-Romagna prende appena il 3,5%, meno delle liste civiche. In Umbria il 4,9% (alle elezioni precedenti aveva l’8,6%). Un crollo verticale, vertiginoso. Che solo la capacità mimetica di Giuseppe Conte consente di mascherare dietro a un’apparente soddisfazione di facciata. Il leader pentastellato però non va né a Perugia né a Bologna: rimane prudentemente nella Capitale («Sto lavorando all’Assemblea costituente», dirà) ma telefona all’insperata neopresidente umbra, Stefania Proietti, per complimentarsi e rivendicare l’essenziale apporto del Movimento. Materia buona per gli smemorati: basterebbe tornare alle elezioni politiche del 2018 per provare un brivido. Quello che era il primo partito politico italiano è ridotto a un brandello, nell’elenco delle liste minori è poco sopra alla lista civica Umbria Domani (al 4,6%).

 

Conte non ha una classe dirigente locale in grado di mietere voti alle amministrative e fatica anche a mettere insieme i suoi fedelissimi, intorno a un progetto nazionale. I lavori di «Nova», sabato al Palazzo dei Congressi dell’Eur saranno aperti dalla lettura dei risultati del voto dei quesiti, decisi online dai militanti. Uno di questi, quello relativo alla scelta della coalizione, è stato risolto dagli elettori umbri ed emiliano-romagnoli. Ma andrà comunque votato e deciso, anche per lasciare mani libere a Conte nelle trattative sui prossimi tavoli amministrativi. È lo stesso Conte a ribadirlo, a chi gli andava incontro ieri sera all’uscita da Montecitorio: «Ogni territorio e ogni elezione è un discorso a parte», la sua dottrina non cambia.

 

Uno degli pilastri storici del Movimento, Roberto Fico, si lancia invece in avanti e intesta la vittoria al consolidamento dell’asse progressista, sul quale continuare a contare: «È una bella pagina il successo di Stefania Proietti e Michele de Pascale in Umbria ed Emilia Romagna. Una vittoria del campo progressista. Abbiamo costruito un percorso solido, partendo dai temi e dai programmi: dalla tutela della sanità pubblica al sostegno alle persone più fragili». Il presidente del Comitato di garanzia del M5S, a lungo fuori dai riflettori, potrebbe tornare trai protagonisti ed essere indicato da Conte come Garante, in sostituzione di Beppe Grillo. Il fondatore del Movimento non cederà lo scettro senza combattere e potrebbe arrivare a Roma sin dall’inizio dei lavori dell’Assemblea e chiedere di prendere la parola per orientare sin da subito gli umori del Movimento. Le affermazioni in Emilia Romagna e soprattutto in Umbria sbilanciano però sempre più il centrosinistra nella direzione di Elly Schlein che, da sempre, cerca di mettere insieme le opposizioni. «Il risultato straordinario del Pd - ha commentato a caldo la segretaria dem- conferma che siamo il perno per la costruzione dell'alternativa a queste destre».

Per Conte è invece suonato un altro campanello. Nella settimana decisiva per la kermesse che dovrebbe sancire il nuovo corso del Movimento de-grillinizzato, non ci voleva proprio.

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