Bari, Piantedosi smentisce Decaro: “Nessuna guerra ai sindaci, ma alle mafie”
Nervi tesi sull'asse Roma-Bari dopo la decisione del ministero dell'Interno di disporre una commissione di accesso al Comune del capoluogo pugliese. Un atto consequenziale, quello del Viminale, giunto a seguito dell'indagine giudiziaria della Direzione Antimafia di Bari che ha portato all'iscrizione di 130 persone nel registro degli indagati, e all'arresto di una consigliera comunale per una presunta compravendita di voti. Il sindaco barese, Antonio Decaro, avvertito della decisione martedì sera con una telefonata del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, alza la voce e parla di "atto di guerra nei confronti della città di Bari". Per Decaro l'atto è "un meccanismo ad orologeria". Dal canto suo, il numero uno del Viminale ricorda che l'atto del Governo si è "reso necessario" dopo l'inchiesta giudiziaria, che vede il coinvolgimento anche di un'azienda municipalizzata totalmente controllata dal Comune di Bari, ma che soprattutto "questo accesso ispettivo non necessariamente è pregiudizialmente finalizzato a uno scioglimento".
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Piantedosi ha quindi ricordato che anche altri grandi Comuni hanno subito un accesso ispettivo. Tra questi quello di Reggio Calabria, quello di Roma, e da ultimo quello di Foggia. "Capisco l'amarezza del sindaco di Bari - ha detto il ministro -. Il nostro Governo da quando si è insediato ha già sciolto 15 comuni, qui stiamo parlando solo di commissione d'accesso. Abbiamo sciolto 15 comuni in prevalenza a guida di centrodestra. Questo governo ha dichiarato guerra alle mafie non agli amministratori locali".
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Intanto in conferenza stampa, il sindaco pugliese ha rilanciato dicendosi pronto "a rinunciare alla scorta" qualora ci fossero "sospetti sul Comune di Bari". "Non ho mai piegato la testa - ha detto Decaro -, non mi sono mai girato dall'altro lato", "sono sempre stato uno rispettoso delle istituzioni, da sindaco, da presidente dell'Anci non ho mai mancato di rispetto a un ministro, a un cittadino". Quindi il primo cittadino barese, visibilmente scosso dall'azione di Roma ha ulteriormente alzato i toni: "I baresi non perdonano chi li tradisce. Non mi hanno fatto paura i boss dei clan di questa città figuriamoci se devo avere paura di voi, dei parlamentari". E nel frattempo si sono moltiplicati i messaggi di solidarietà a Decaro, presidente nazionale dell'Anci, da parte di sindaci e presidenti di Regione. "Caro Antonio, voglio inviarti in questo momento un saluto affettuoso e riconfermarti i miei sentimenti di amicizia e l'apprezzamento per il tuo lavoro di sindaco e di presidente dell'Anci", sono le parole del presidente della Campania Vincenzo De Luca. Parla invece di "inaccettabile uso politico e strumentale dei poteri del governo" il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.