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Salvini sulle elezioni in Russia, Meloni smorza le polemiche: posizione del governo è chiara

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"La posizione del governo è molto chiara, il centrodestra è una maggioranza molto coesa, come si dimostra nell’unico modo in cui si può dimostrare la coesione di una maggioranza, e cioè nella velocità di attuazione e nella chiarezza di attuazione della linea di un governo". Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un’intervista ad Agorà, in onda domani mattina su Rai 3, smorza le polemiche in merito allo stato di salute della maggioranza, alla luce delle parole del leader della Lega Matteo Salvini sulle elezioni in Russia. "Quello che noi abbiamo fatto in questo anno e mezzo con la velocità con cui lo abbiamo fatto, e la chiarezza che abbiamo dimostrato in politica estera - aggiunge - tutto questo racconta di una maggioranza coesa. E io credo che il punto sia sempre questo: cioè non conta quanto il campo sia largo, ma conta quanto quel campo sia coeso e compatibile, quanto abbia risposte chiare da dare ai cittadini e da rappresentare all’estero. E l’Italia con la maggioranza di centrodestra chiaramente questo lo sta facendo". 

 

Ma cosa aveva detto il leader della Lega?  "Han votato e ne prendiamo atto. Quando un popolo vota ha sempre ragione, ovunque voti", le parole del vicepremier Salvini a proposito del voto in Russia, pronunciate a margine di un incontro a Milano, che hanno scatenato una bufera sul leader leghista. "Le elezioni - ha detto ancora Salvini, dopo l'ufficializzazione della vittoria di Vladimir Putin con l'87,2% dei voti - fanno sempre bene, sia quando uno le vince che quando uno le perde. Quando le perdo cerco di capire dove ho sbagliato e come far meglio la prossima volta. Ci sono state delle elezioni e quindi prendiamo atto del voto dei cittadini russi, sperando che il 2024 sia l'anno della pace". Poco dopo la Lega corregge il tiro con una nota ufficiale: "In Russia hanno votato, non diamo un giudizio positivo o negativo del risultato, ne prendiamo atto e lavoriamo (speriamo tutti insieme) per la fine della guerra ed il ritorno alla pace. Con una guerra in corso non c'è niente da festeggiare".

 

L'altro vicepremier, Antonio Tajani, impegnato a Bruxelles al Consiglio Esteri aveva replicato: "La politica estera la fa il ministro degli Esteri", e ancora "le elezioni sono state caratterizzate da pressioni forti, anche violente. Navalny è stato escluso da queste elezioni con un omicidio, abbiamo visto le immagini dei soldati nelle urne, non mi sembra che sia un'elezione che rispetta i criteri che rispettiamo noi", sottolinea Tajani.

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