Basilicata, si schianta il campo largo. Pd e M5S ai ferri corti, salta Lacerenza
Caos totale nel centrosinistra in Basilicata. L’oculista Domenico Lacerenza ha rinunciato alla candidatura alla presidenza della Regione. A pochi giorni dalla chiusura delle liste, tutto viene rimesso in discussione. Pd e Movimento 5 Stelle tentano in extremis di trovare una quadra - i contatti sono tutt’ora in corso - ma «alla luce della situazione, non escludiamo di correre da soli», fanno sapere fonti di Campo Marzio. Una ’situazione’ dovuta alle divisioni nel Pd, l’accusa dei pentastellati. «Lacerenza era la persona giusta ma è stato impallinato dai giochi di corrente locali», scandisce Giuseppe Conte. Una presa di posizione che non depone a favore di una nuova soluzione unitaria. Ma nella maionese impazzita della Basilicata, a questo punto, nulla è più da escludere.
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Di certo, Conte ribadisce il no su Angelo Chiorazzo (che ha annunciato in serata di candidarsi) mentre è in atto un tentativo in atto di rimettere in pista la sua candidatura comune, già sostenuta da gran parte dei dem lucani - grande sponsor del ’re delle coop bianche’ è stato Roberto Speranza in questi mesi - si cui potrebbero convergere Azione e Verdi. «Avanti tutta su Chiorazzo», ha scritto il coordinatore lucano dei verdi, Giuseppe Digilio, sui social. Ma Conte non ci sta. Angelo Chiorazzo è «una persona per bene» ma il ruolo di imprenditore nel campo della sanità, lo esporrebbe a un «conflitto d’interessi» se diventasse presidente di regione. E non se ne parla nemmeno di Marcello Pittella di Azione: «Non appoggeremo famiglie che governano la Basilicata da 40 anni. Conte, insomma, la dice in chiaro. Dal Pd, fino a sera, non arrivano prese di posizione pubbliche. Fonti dem lucane fanno sapere che c’è «la volontà di stare insieme».
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Nel tardo pomeriggio via social l’ex-presidente della provincia di Potenza, Piero Lacorazza del Pd, si fa avanti: «Vista la difficoltà del momento, siamo chiamati ad offrire disponibilità, a mettere a disposizioni idee e conoscenza del territorio. Mi metto al servizio di una comunità con la candidatura a Presidente della Regione. Confrontiamoci». Il suo sarebbe un nome su cui si potrebbero portare i 5 stelle, si spiega. «Avevo dato la mia disponibilità, ma non posso non registrare le reazioni che ci sono state in seguito», così Lacerenza ha annunciato il suo passo indietro. Le perplessità ascoltate di parte del centrosinistra lucane, manifestate anche ieri in una infruttuosa riunione anche con Pittella, hanno convinto l’oculista a farsi da parte. Nel caos lucano, Carlo Calenda affonda il coltello nella piaga. «Dilettanti allo sbaraglio. Altro capolavoro politico di Conte con Pd a rimorchio», twitta subito dopo la rinuncia di Lacerenza. E poi a margine di un’iniziativa a Mater: «Quello che mi sento di dire è che il Pd ritrovi un po’ di orgoglio. Mandate a quel paese questo qualunquista che ha governato con Salvini, ha fatto i decreti sicurezza, si spaccia per progressista ma non sa scegliere tra Trump e Biden. Mandatelo a quel paese e si costruisca un’alternativa di governo seria che non può essere condizionata dai cialtroni». Calenda domenica mattina dirà quale è la scelta di Azione per la Basilicata. Italia Viva l’ha già fatta: sarà a sostegno di Vito Bardi, governatore uscente sostenuto dal centrodestra.