Caos Regionali in Basilicata, così Conte e Schlein si schiantano
Altro che Ohio la Basilicata, come l’Abruzzo, rischia di essere la tomba del campo largo finendo per «ingrossare» le fila del centrodestra. Sì perché l’esclusione di Calenda sta avvicinando sempre di più Azione verso il candidato della coalizione di centrodestra in quota Forza Italia. Un nome che piace anche a Italia Viva, Matteo Renzi ha dichiarato di avere con il generale «un’antica amicizia». Ma per non replicare l’errore del Pd, in rotta con la sezione lucana del partito, ci tiene a specificare che «decideranno i dirigenti locali di Italia Viva». Calenda ha spiegato che «si valuterà cosa fare. Azione potrà correre con Pittella, oppure appoggiare Bardi che è una persona per bene, ha 4 lauree, è stato vice comandante della Guardia di Finanza e non è un fascista» ha concluso..
Nel frattempo i dem smentiscono i rumors sul passo indietro di Lacerenza ma i problemi rimangono sia all’interno del partito che con gli alleati. Il malumore dei dem lucani è alle stelle. È di due giorni fa il comunicato con cui hanno chiesto di continuare la discussione per trovare l’unità senza che ci sia un’imposizione da Roma. Annunciando che se non verranno ascoltati potrebbero valutare «le condizioni per promuovere autonomamente un innovativo polo dell’orgoglio lucano, che tenti di contrastare direttamente alle elezioni regionali sia il centrodestra che il formato bonsai, romanocentrico, di centrosinistra, che si realizzerà a sostegno di Lacerenza». Il Pd locale vorrebbe o Angelo Chiorazzo, che però si è già sfilato, o una «candidatura effettivamente espressione del territorio». Un pasticcio che Calenda ha voluto sottolineare ieri con un tweet: «Ma vi rendete conto dello scempio che state facendo per andare dietro a Conte?». La candidatura di Lacerenza è stata letta come frutto di un diktat di Giuseppe Conte alla coalizione. E quello della sudditanza di Schlein a Conte è un tema che ha posto anche Matteo Renzi. «Ci colpisce molto questa involuzione del centrosinistra. Quando c’ero io si facevano le primarie, adesso chiamiamo il primario, questo primario di oculistica che è talmente una situazione incredibile che potremmo dire che hanno scelto un oculista perché non li hanno visti arrivare. Il centrosinistra, se insegue Giuseppe Conte, è finito. Prima o poi lo capirà anche il Pd, non dispero che avvenga il prima possibile». Conte, nei giorni scorsi, ha smentito questa versione: «Noi non esprimiamo veti, non è nei nostri obiettivi. Ma è difficile se devi lavorare con leader che dichiarano che il loro obiettivo non è una sana competizione ma è distruggere il Movimento 5 Stelle».
Marcello Pittella, uno dei nomi proposti da Calenda, boccia Lacerenza: «È un grande chirurgo interventista oculista, ma non un politico e in questo momento il centrosinistra avrebbe bisogno di mettere in campo un pezzo di classe dirigente, che ha, e che non mette in campo solo esclusivamente per una serie di veti contrapposti». Se da una parte c’è una corsa a ostacoli dall’altra Tajani tratteggia una marcia trionfale, a piccoli passi. «Sto cercando di far marciare Forza Italia a un passo da alpino, cioè cerco di guadagnare lo 0,1% a settimana, però uno 0,1 che non perde. Quindi la crescita che noi abbiamo non è una crescita esponenziale, ma consolidata, frutto di buone battaglie politiche ma anche di un radicamento territoriale che si sta rafforzando». E a questa marcia «da alpino» potrebbero contribuire anche Renzi e Calenda. «In Basilicata c’è un’ipotesi che si allarghi la coalizione» ha confermato Tajani. «Non deve essere né una forzatura politica da parte nostra né una strumentalizzazione. Dico soltanto che un candidato presidente uscente di Forza<ET>Italia è in grado di aggregare a livello locale molti consensi cioè allargare i confini del centrodestra».
Per Davide Faraone, capo gruppo di Italia Viva alla Camera, «in Basilicata il campo largo è sempre più un campo santo. Giuseppe Conte ed Elly Schlein peggio di così non potevano fare». E poi sgombra il campo dai dubbi, qualora ancora ce ne fossero: «Italia Viva, di certo, non potrà sostenere il candidato primario di oculistica che non sapeva nemmeno di essere candidato, chiamato al capezzale di un’alleanza sempre più asfittica».