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Dossieraggio, Tajani tuona: "Voglio la verità sul regista anti-Berlusconi"

Dario Martini
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«È importante che si scopra tutta la verità. Dobbiamo sapere se c’è stata un’operazione contro Silvio Berlusconi». Il leader di Forza Italia Antonio Tajani ritiene che sia arrivato il momento di andare fino in fondo allo scandalo degli "spioni" scoperchiato dalla procura di Perugia. Soprattutto adesso che, come ha rivelato Il Tempo, si è scoperto che Striano&Co avevano preparato un dossier anche sul Cav e, per giunta, nei giorni in cui era in corsa per il Quirinale.

Ministro Tajani, cosa ha pensato quando ha saputo che c’era un dossier anche su Berlusconi?
«Dobbiamo sapere chi era il regista, perché non si può credere che sia stata tutta opera di un solo sottufficiale della Finanza. Bisogna capire se c’era una cupola, chi era il capo. Chi era il Grande Fratello che decideva? E quali erano i suoi obiettivi?».

Chi dovrà appurare tutto ciò?
«Se c’era un’operazione contro Berlusconi dovrà accertarlo la commissione parlamentare Antimafia, che noi sosteniamo e di cui abbiamo piena fiducia. La stessa fiducia che abbiamo nei due magistrati che si occupano della vicenda (Melillo e Cantone, ndr), perché interferire addirittura nell’elezione del presidente della Repubblica è un fatto gravissimo».

È la conferma di una persecuzione nei confronti di Berlusconi?
«La persecuzione giudiziaria nei confronti di Berlusconi è un dato di fatto storico. Adesso voglio capire cosa sia successo effettivamente, ma certamente se si è usato questo strumento (l’accesso illegale alle banche dati a disposizione della procura nazionale antimafia, ndr) per colpire Berlusconi si tratta di un’azione in contrasto con tutti i principi democratici, dal momento che era candidato alla presidenza della Repubblica. Vediamo cosa accerteranno, mi aspetto chiarezza».

 

 

Può essere utile ricorrere anche ad una commissione parlamentare d’inchiesta ad hoc?
«Per le commissioni d’inchiesta ci vuole più tempo. E noi non ne abbiamo da perdere. La commissione Antimafia ha ampi poteri e mi pare stia lavorando bene. Non dobbiamo creare doppioni. Non sono pregiudizialmente contro ad una commissione d’inchiesta, valuteremo dopo se si potrà fare».

Cambiando argomento, si aspettava di superare il 13% alle regionali in Abruzzo?
«Non ci hanno visti arrivare... È il frutto di un lavoro certosino sul territorio da parte dei nostri dirigenti e di tutti i nostri candidati. Non a caso ho deciso di nominare componente della segreteria del partito il coordinatore regionale Nazario Pagano. Poi c’è la politica nazionale. Stiamo occupando sempre di più uno spazio che è quello tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, siamo il punto di riferimento per coloro che vogliono un movimento forte, tranquillo, affidabile e responsabile. Il nostro ruolo è far crescere i consensi del centrodestra. Noi non dobbiamo andare a prendere i voti agli alleati, non c’è una corsa su di loro».

 

 

Matteo Renzi recentemente ha manifestato l’intenzione di rivolgersi anche ai vostri elettori...
«Contano i risultati elettorali, io non faccio polemiche con nessuno, perché non serve a nulla, bisogna solo lavorare. Noi cerchiamo di essere seri per dare risposte ai cittadini».

Come si conciliano le critiche di Salvini e della Lega alla Ue e le vostre posizioni europee?
«L’appartenenza alle famiglie europee non è parte del programma di governo, noi siamo nel Ppe, siamo fortemente europeisti, crediamo nell’Europa politica, non in quella della burocrazia. Vogliamo una politica estera europea che ci permetta di contare di più, di essere portatori di pace. La nostra voglia di avere una difesa unica europea non è in funzione anti Nato, ma è un modo per avere un’Europa che conti di più e che protegga meglio gli interessi dei cittadini italiani».

Quale è l’obiettivo che si è posto per Forza Italia alle Europee?
«Superare il 10%. E raggiungere il 20% alle Politiche».

È possibile un’alleanza tra popolari e conservatori in Europa?
«Ho sempre detto che per me la miglior coalizione possibile è quella composta da popolari, liberali e conservatori. È la maggioranza che mi elesse presidente del Parlamento europeo. Dipenderà tutto dal risultato elettorale. Forza Italia avrà una grande responsabilità perché qualunque cosa accada il Ppe sarà centrale. Più voti avrà Forza Italia e più conterà l’Italia in Europa. Faremo una campagna elettorale sul voto utile».

 



Quanto conta ancora la figura di Berlusconi nei risultati elettorali che state ottenendo?
«La figura di Berlusconi è imprescindibile. Sono stati smentiti tutti coloro che lo consideravano una sorta di Re Sole di Forza Italia. Come se dopo di lui dovesse venire il vuoto, Invece quando è scomparso la reazione non è stata "andiamo tutti a casa"».

In molti lo paventavano...
«Esatto, o lo speravano. Invece la reazione è stata: "Continuiamo a combattere le battaglie di Berlusconi". Lui è ancora presente quotidianamente con le sue idee: il liberalismo, il garantismo, l’europeismo. Per questo abbiamo voluto che il suo nome restasse nel simbolo. Le sue idee pregnano la nostra azione politica».

Un’unità della Marina italiana ha abbattuto due droni degli Houthi nel Mar Rosso. Siamo in guerra?
«La missione Aspides rientra nella difesa europea. Ieri il cacciatorpediniere Caio Duilio ha abbattuto questi due droni, un altro lo aveva abbattuto tre giorni fa. Proteggiamo il diritto internazionale e le nostre navi mercantili che passano attraverso il Mar Rosso. È un’azione difensiva che non esita a usare le armi quando c’è un attacco, che venga dal cielo, da terra o dal mare».

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