
Governo, Calenda spera di entrare post-Europee: il retroscena all'ambasciata Usa

Carlo Calenda punta alle stelle. “Alle Europee prendo il 7% e a gennaio 2025 entro nel governo Meloni al posto di Matteo Salvini”. E’ questo il succo delle parole pronunciate nella colazione tenutasi all’ambasciata Usa, di cui Il Giornale svela tutti i retroscena. “Ma ti pare che io possa fare un'alleanza con chi vuole trattare la pace con Vladimir Putin? O con chi mette in discussione la collocazione dell'Italia nell'alleanza atlantica? La mia agenda e quella di Meloni sono perfettamente compatibili su molti punti. Sulla giustizia la pensiamo come Carlo Nordio. Sull'Ucraina e il Medio Oriente, Meloni merita gli applausi. Sull'autonomia differenziata Meloni e Antonio Tajani sono contrari come noi”, il discorso del leader di Azione davanti agli statunitensi.
Nei piani di Calenda c’è quindi la volontà di fare un governo con meloni e Tajani, dando poco peso alla possibilità di un campo largo a sinistra. Il punto di partenza sarebbe quello di un botto alle elezioni di giugno: “Senza la zavorra di Matteo Renzi posso prendere il 7”. Ma basta vedere i numeri per capire che la strategia dell’ex ministro fa acqua, visto che alla Camera e al Senato, in caso di addio della Lega e di un suo subentro, non ci sarebbe la maggioranza. “I numeri, almeno in questa legislatura, smontano il s’ogno proibito’ del pariolino. Però va detto che sull'asse Calenda-centrodestra qualcosa si muove. Luca Cordero di Montezemolo, padrino politico e lavorativo di Calenda, è diventato un meloniano di ferro”, il resto del dietro le quinte svelato dal quotidiano diretto da Alessandro Sallusti.
Dai blog

Carlo Conti vince ancora. Scoppia la Sanremomania


La magia dei Pink Floyd torna a suonare nell'anfiteatro di Pompei


Da Jackson ai Beach Boys: quando le canzoni finiscono in tribunale
