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Dossieraggio Capitale, il filo rosso che unisce l'incendio, il video hard e Renzi

Rita Cavallaro
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Un filo rosso che parte dagli spioni e arriva allo scandalo sessuale del sindaco vicino a Matteo Renzi. Ha i contorni di un intrigo quello che è andato in scena a Santa Severa, sul litorale romano, dopo che su imprenditori e insospettabili si sono accesi i riflettori illeciti del duo Laudati-Striano, che avevano passato i dossier per la pubblicazione ai giornalisti indagati nell’inchiesta di Perugia.
Accessi abusivi alle banche dati avviati almeno dal 31 maggio 2021, passati per lo strano incendio del ristorante dei vip e culminate in un’inchiesta di corruzione che ha gettato nel fango il sindaco dem di Santa Marinella, Pietro Tidei, oggetto dello scandalo per i video hot che lo riprendevano mentre faceva sesso con due donne nel suo ufficio. E quel caso fu ripreso poi dal "Domani" per attaccare Renzi all’ultima kermesse nazionale di Italia Viva del settembre scorso, nel Castello di Santa Severa. «L’intrigo giudiziario del sindaco che ha aperto la festa di Matteo Renzi», era il titolo dell’articolo di Federico Marconi, proprio il giornalista, tra gli indagati, che secondo il procuratore Raffaele Cantone avrebbe concorso con gli spioni dell’Antimafia per aprire il filone investigativo sulla cittadina del litorale, dove il pm Laudati ha casa e interessi radicati, a ben vedere la mole di accessi abusivi che il tenente Striano ha effettuato per ottenere informazioni.
Tra gli spiati uno dei protagonisti della presunta corruzione sfociata nello scandalo sessuale, ovvero Fabio Quartieri, proprietario del ristorante "L’isola del pescatore", distrutto da un incendio doloso la sera del 9 ottobre 2021. La notizia era apparsa sul Messaggero e ipotizzava l’ombra del racket sull’atto incendiario.

Quartieri, però, era finito sotto sotto la lente di Striano&Co già il 7 giugno, quando il finanziere aveva portato a termine due accessi illegali sul ristoratore e altri sulla sua famiglia. Perfino l’avvocato del locandiere, Sara Vincenzi, era stata controllata il 3 giugno, ma relativamente all’altra operazione che interessava Laudati, la compravendita del convento dei frati, vicini di casa del magistrato, per la quale, dal 31 maggio al 7 giugno, sono stati effettuati ben 76 accessi illeciti. «Non sono mai stata coinvolta nell’affare della vendita, non si comprende perché abbiano cercato il mio nome. È gravissimo, valuteremo gli atti», ha detto l’avvocato. Per la Procura il motivo sarebbe palese: la ricerca smodata di elementi tali da configurare illeciti e avviare indagini. Avvalendosi, tra l’altro, della collaborazione della stampa, come dimostrerebbe l’articolo di Marconi sul Domani, «Vaticano, il convento dei francescani svenduto per costruire villette», uscito il 26 ottobre, in cui veniva ipotizzato un giro di speculatori immobiliari, legati alla criminalità. Gli inquirenti hanno le prove che non solo quell’articolo fosse stato richiesto da Laudati a Marconi tramite Striano, ma che sarebbe stato scritto in collaborazione, visto che «lo Striano, in data 9.10.2021, aveva anticipato una bozza dello stesso articolo, poi pubblicato il 26.10.2021, a Laudati», si legge negli atti. I due investigatori, nel giorno dell’uscita del pezzo, avevano mandato al procuratore nazionale aggiunto Giovanni Russo una proposta di attivazione di un dossier investigativo, motivandola con i due articoli che gettavano l’ombra della mafia sul territorio di Santa Marinella.

E sarà pure una coincidenza, l’ennesima, ma nella cittadina qualcosa si mosse. L’incendio, l’aspirazione di Quartieri di ampliare l’attività, i mormorii su strani tentativi di far cadere la giunta Tidei. E un incontro del luogotenente dei carabinieri Carmine Ricci, durante il quale il sindaco parla dei suoi avversari politici. Scrive il militare che, il 15 dicembre, Tidei gli aveva riferito «di aver appreso da un suo consigliere comunale, tale Fronti Fabrizio, di essere stato vittimadi un tentativo di corruzione da parte di Quartieri Fabio... affinché desse le dimissioni da consigliere comunale con l’intento di "far cadere" Tidei dalla carica di sindaco». Da lì l’inchiesta per corruzione. «È successo qualcosa di molto strano. Non si sa chi, mette le cimici che riprendono gli incontri sessuali del mio assistito e, cosa ancora più inspiegabile, quei video vengono diffusi da uno degli indagati», dice l’avvocato di Tidei, Lorenzo Mereu. Alla luce del filone degli spioni, ora nella cittadina in molti chiedono chiarimenti. Il mantra segue il coro nazionale: «Chi è il mandante?».

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