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Dossieraggio, Borghi punta il dito sui mandanti: “Regia politica intorno all'area del Pd”

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Non si spengono le polemiche sull’indagine per il presunto dossieraggio. L’ultima voce è quella di Claudio Borghi, senatore della Lega e membro del Copasir, che è in attesa di sentire le parole del procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, e del procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo. Ma c’è già una situazione critica: “La prima cosa da dire è che - sottolinea Borghi ad Affari Italiani - c’è stata certamente una errata organizzazione delle strutture, visto che a quanto mi risulta già ieri in Commissione Antimafia Melillo ha spiegato di aver innalzato i presidi di sicurezza sull'accesso alla massa di dati. Questo vuol dire che chi c'era prima di lui non aveva fatto abbastanza e stiamo parlando di Federico Cafiero De Raho, ex presidente dell'Antimafia e oggi deputato del Movimento 5 Stelle. La cultura politica sappiamo bene qual è, sono tutti colpevoli, indaghiamo a tappeto e mi pare abbastanza ovvio che Pasquale Striano, il luogotenente della Guardia di finanza, non fosse l'unico ad avere accesso ai dati. L'obiettivo è quello di combattere la mafia ma poi c'è stato dell'altro e il problema e la domanda soprattutto è quale sia la regia, chi ci sia dietro. Nel cercare di scoprire il malaffare intanto venivano costruiti dossier falsi su operazioni sospette che non sono assolutamente un reato”. 

 

“I miei dati da quanto ho saputo sono stati spiati nell'agosto del 2022 quindi esattamente prima delle elezioni politiche. Non hanno trovato alcuna operazione sospetta perché la mia attività bancaria è del tutto noiosa, ma - avverte l’esponente del Carroccio - se ci fosse stato qualcosa avremmo letto un bel titolo de Il Domani del tipo 'Esclusivo, i vorticosi giri di denaro del leghista Borghi al vaglio dell’Antiriciclaggio'. Notizia che sarebbe stata solo formalmente vera ma in realtà costruita ad arte con il solo intento di screditare un esponente politico scomodo e questo si chiama dossieraggio. E se queste operazioni vengono svolte per influenzare le elezioni capite bene il problema”.

 

Tutti si chiedono chi ci sia dietro all’accesso abusivo alle segnalazioni e Borghi, nel colloquio con affariitaliani.it, fa la propria analisi della situazione: “Il faro di queste operazioni ossessive è su personaggi in particolare del centrodestra o Renzi e renziani, quindi usciti dal Partito democratico. E se pensiamo che il giornale che sembra essere il veicolo di questi dossier, Il Domani, è di proprietà di Carlo De Benedetti tutto fa pensare che dietro ci sia una regia politica intorno all'area del Pd. Non mi aspetto un coinvolgimento diretto del partito, sarebbe ancora più grave, ma è un fatto che queste operazioni sembrano mirate a colpire gli avversari politici del Pd. D'altronde non dimentichiamoci che De Benedetti è noto come la tessera numero uno del Partito democratico”.

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