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Sprecopoli e Covid, De Luca va a giudizio per la card "doppione"

Gaetano Mineo
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Vincenzo De Luca è rimasto incastrato tra le maglie della Corte dei conti. La procura contabile ha valutato un danno erariale di oltre 3,5 milioni di euro, di cui più di 900mila vengono contestati direttamente al presidente della Regione Campania. In pratica, il governatore è accusato dai magistrati contabili di spreco di denaro pubblico legato all’acquisto delle smart card come sistema di certificazione per la vaccinazione contro il Covid. Oltre all’esponente Dem, De Luca, sempre per presunto danno erariale, altri cinque membri dell’unità di crisi regionale vanno ora sotto processo. Per i pm, la card di attestato di vaccinazione anti Covid-19 promossa e finanziata da Palazzo Santa Lucia e la cui distribuzione venne successivamente sospesa, «fu una spesa inutile» perché la tessera si sovrapponeva, negli effetti e «nell’utilità», alle regole del green pass nazionale. Ma andiamo per ordine.

 

 

La vicenda risale al 2021, quando De Luca ha preso la decisione di introdurre in Campania le smart card come sistema di certificazione per la vaccinazione contro il Covid-19. Una mossa che sembra essere risultata superflua, a detta dei magistrati contabili, in quanto il governo Draghi aveva già istituito il green pass nazionale, rendendo quindi di fatto inutile l’iniziativa del governatore. Le indagini su questa vicenda sono state condotte dalla Guardia di Finanza, sotto il coordinamento dei pm Davide Vitale e Mauro Senatore. Parliamo di un danno erariale stimato a 3 milioni e 700 mila euro, di cui una quota significativa, pari a circa 928.725 euro, è imputata proprio a De Luca. Le indagini iniziate lo scorso agosto, su richiesta della Corte dei Conti, hanno portato alla notifica a De Luca di un «invito a dedurre», richiedendo giustificazioni entro 30 giorni per il presunto danno erariale. Le ragioni presentate dal governatore della Campania sembrano non aver soddisfatto i magistrati contabili, che ora procedono con il processo. Prima udienza il prossimo 4 luglio.

 

 

Il professore universitario ed avvocato Andrea Castaldo, difensore di De Luca, ha evidenziato la «fiducia nell’operato dei giudici contabili e dimostreremo con i documenti la correttezza dell’operato del presidente della Regione». Tuttavia, per la difesa, «non c’è stata nessuna duplicazione di spesa». «La smart card era nata con una duplice anima – ha spiegato l’avvocato -: certificazione della vaccinazione Covid e strumento per accedere ad una serie di servizi, anche non sanitari». Le card sono state prodotte da una società bolognese, la Ermes srl, e consegnate alla Regione. Ne sono state ordinate 3,5 milioni, come si legge nel contratto del 3 maggio 2021 tra l’azienda e Soresa, l’ente della Regione per la fornitura di materiale sanitario. A giudizio vanno anche il capo della protezione civile regionale, Italo Giulivo (742.980 euro); il direttore della sanità regionale, Antonio Postiglione (371.490); Roberta Santaniello, dirigente dell’ufficio di diretta collaborazione del presidente De Luca (371.490); il dirigente Ugo Trama (371.490); il funzionario Massimo Bisogno (928.725).

 

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