Elezioni Sardegna, “solo 650 preferenze”. In bilico l'esito del voto: Todde trema
Un distacco di appena 650 preferenze tra Alessandra Todde e Paolo Truzzu, con lo scrutinio che sta mettendo in bilico l’esito del voto delle elezioni andate in scena in Sardegna nell’ultimo weekend di febbraio. Al momento è in corso lo scrutinio delle 22 sezioni rimaste in sospeso e secondo Il Fatto Quotidiano “il distacco di 2600 voti del 25 febbraio sarebbe sceso a circa 800. Secondo voci confermate anche da esponenti Pd il crollo potrebbe essere ancora più netto, si parla di 650 preferenze”. Sono però soltanto voci di corridoio, visto che si aspetta che i verbali degli uffici circoscrizionali vengano esaminati dall’ufficio centrale della Corte d’Appello di Cagliari, presieduto dal magistrato Giovanni Lavena. Basterebbe anche un solo voto di vantaggio per decretare il nuovo presidente sardo, ma con una distanza del genere è plausibile che il centrodestra chieda un riconteggio delle schede.
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Ad avvicinare Truzzu a Todde sarebbero state alcune sezioni del nord dell’isola, dove il candidato del centrodestra ha vinto nettamente sull’avversaria sostenuta da Partito democratico e Movimento 5 Stelle. “Fino a giovedì sera la candidata del M5S poteva contare su un vantaggio di circa 1200 voti, abbastanza per tenere a bada l’imprevedibile ritorno di Truzzu e il rischio di andare a un riconteggio. Col passare delle ore la tendenza al ribasso si è consolidata, mettendo in luce un risultato finale aperto”, la ricostruzione del quotidiano diretto da Marco Travaglio. Il voto disgiunto non ha di certo aiutato nel conteggio e negli eventuali controlli gli occhi saranno in particolare su schede bianche e nulle. “Da questa verifica possono saltare fuori differenze anche sensibili nel calcolo finale dei voti validi”, la chiosa finale che fa tremare il campo largo della sinistra.
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