Sicurezza sul lavoro, l'appello del Pd: "Facciamo lavoro serio in Parlamento"
Per la sicurezza sul lavoro «servono misure strategiche e non interventi spot» come quelli varati dal Consiglio dei ministri; la patente a punti va rivista «perché l’impianto sanzionatorio è troppo leggero». E per quanto riguarda i referendum abrogativi della normativa sui licenziamenti, sugli appalti e sul precariato, proposti da Maurizio Landini «segnalano un problema: appoggeremo qualsiasi referendum, naturalmente dopo che avremo visto i quesiti, perché la normativa è insufficiente, è evidente agli occhi di tutti. Ma magari non sarà necessario arrivare ai referendum, siamo impegnati a trovare risposte e soluzioni più tutelanti rispetto a una situazione in cui il licenziamento è usato in maniera unidirezionale». All’indomani delle ennesime morti sul lavoro, altre due soltanto ieri, il Partito democratico avvisa la maggioranza e il governo, che lunedì aveva varato il provvedimento contenente patente a punti per le imprese e nuovi ispettori del lavoro. Secondo Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera, «siamo di fronte a uno stillicidio continuo di morti sul lavoro, avevamo chiesto alla ministra Calderone di venire in parlamento e non abbiamo avuto nessuna risposta. Non passa giorno senza che uomini e donne rimangono uccisi sul posto di lavoro e davanti questo siamo pronti a lavorare insieme alla maggioranza. Abbiamo visto da parte del governo l’ennesimo intervento parziale, omnibus, senza confronto preventivo con il parlamento e le parti sociali: questo prefigura la mancanza di volontà di confrontarsi per dare risposte di sistema».
La stessa patente a punti, cui viene data attuazione dopo 16 anni, non convince i dem: secondo Cecilia Guerra, non è sufficiente «intanto il campo di applicazione è molto limitato. Sono escluse tutte le società con la Soa», la certificazione obbligatoria per la partecipazione a gare d’appalto per l’esecuzione di appalti pubblici, «che però ha un’altra funzione, di avvio ai lavori e non di come vengono svolti». Inoltre «riguarda solo l’edilizia e quindi è molto limitata in questo, ma in più ha un impianto sanzionatorio molto leggero: basti pensare che un soggetto che è andato sotto i 15 punti, che quindi non dovrebbe più avere la patente per potere lavorare, in realtà se viene scoperto a lavorare a solo un’ammenda fra i 12 e i 16mila. Di fatto gli conviene rischiare». E ancora: «la morte sul lavoro con colpa riconosciuta in capo al datore comporta necessariamente a sospensione del lavoro, che però può essere recuperata con dei corsi di formazione che sarebbero già obbligatori. Questo è quello che adesso sappiamo, e non ci piace». Per quanto riguarda i referendum abrogativi della normativa sui licenziamenti, sugli appalti e sul precariato «segnalano un problema - spiega ancora Guerra - : appoggeremo qualsiasi referendum, naturalmente dopo che avremo visto i quesiti, perché la normativa è insufficiente, è evidente agli occhi di tutti. Ma magari non sarà necessario arrivare ai referendum, siamo impegnati a trovare risposte e soluzioni più tutelanti rispetto a una situazione in cui il licenziamento è usato in maniera unidirezionale».