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Politica, intelligenza artificiale per aiutare a fare le leggi. La Camera apre al futuro

Dario Martini
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Gli algoritmi dell’intelligenza artificiale a supporto dell’attività legislativa. È l’ultima frontiera dello sviluppo tecnologico al servizio di chi fa materialmente le leggi. Ma può rivelarsi anche uno strumento al servizio dei cittadini per districarsi nel ginepraio delle norme italiane. Il Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione di Montecitorio ci ha lavorato per un anno. Sono state svolte 14 audizioni, è stata condotta anche una missione di approfondimento negli Stati Uniti. Ora è pronto il primo rapporto - che Il Tempo ha avuto modo di visionare - sull’utilizzo della IA nel lavoro parlamentare che verrà presentato ufficialmente domani nella Sala della Regina della Camera, mentre oggi si terrà una conferenza con i membri del Comitato presieduto dalla dem Anna Ascani. L’obiettivo è una vera e propria «chiamata» ai giovani sviluppatori per dare alla luce nuovi e futuristici progetti. Tra gli esperti consultati in questi mesi figurano i professori Paolo Benanti, Rita Cucchiara e Gianluca Misuraca, che hanno fornito il loro supporto sui risvolti tecnologici ed etici.

 

 

In realtà, l’intelligenza artificiale generativa è già applicata, seppur in modo limitato, in alcuni settori dei lavori parlamentari, come la traduzione e la classificazione degli atti. Al Senato si sta sperimentando un «chatbot» per facilitare l’accesso degli utenti all’enorme mole di informazioni sul sito. Attualmente nel mondo solo il 10% dei parlamenti adotta tecnologie IA. Le esperienze più significative riguardano Usa, Sudafrica, Brasile, Estonia, Olanda e Giappone. L’obiettivo della Camera dei deputati è sfruttare il lato "buono" di questa tecnologia, mantenendo comunque sempre al centro l’attività umana. Vediamo qualche esempio pratico. Nell’ambito del «lavoro parlamentare - si legge nel rapporto - i sistemi di IA possono essere utilizzati per analizzare grandi quantità di documenti e identificare informazioni utili per il lavoro legislativo. Allo stesso modo, l’IA può consentire ai parlamentari di formulare proposte basate su evidenze e dati». La prima tappa sarà integrare questi algoritmi nel processo di «istruttoria legislativa». Il secondo passaggio consisterà nel supporto ai singoli parlamentare nella loro attività. L’ultima scenario consiste nella definizione di uno strumento a disposizione del pubblico con cui i cittadini potranno ricercare e approfondire i temi di loro interesse.

 

 

Tra le applicazioni più avveniristiche c’è sicuramente la capacità di "prevedere" il futuro. «Le tecniche di IA - si legge ancora nel dossier - consentono ai decisori di simulare varie situazioni ipotetiche. Ciò può includere l'uso di analisi predittive, che possono aiutare i decisori ad anticipare le tendenze future e a identificare i rischi potenziali». Inoltre, una dei risvolti più recenti «ha ad oggetto le proposte emendative riferite ai progetti di legge all’esame delle Commissioni e dell’Assemblea. Nell’ambito della completa digitalizzazione del procedimento di esame parlamentare dei progetti di legge, la creazione e l’ordinamento dei fascicoli degli emendamenti è resa rapidissima, valorizzando il contributo degli operatori specialistici che sono liberati dalle esecuzioni di attività preparatorie di base». E siamo solo all’inizio.

 

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