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Sanremo 2024, La Russa bacchetta Amadeus: “Gaza? Cosa avrebbe dovuto fare”

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Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, è stato intervistato da Un giorno da pecora, programma radiofonico che va in onda su Rai Radio1 con la conduzione di Geppi Cucciari e Giorgio Lauro. Il numero uno di Palazzo Madama è in particolare tornato sulle polemiche scoppiate al Festival di Sanremo, a partire dall’appello contro il genocidio dei palestinesi lanciato da Ghali, dal palco dell’Ariston: “Certo che i cantanti devo essere liberi di dire quel che pensano, ma anche di essere corretti. A casa sua può fare quello che vuole, può anche dirlo dal palco ma è dovere di chi conduce la trasmissione intervenire, bastava ricordare che ci sono gli ostaggi in mano ai terroristi di Hamas”. Poi ancora: “È stato un Festival con una punta dolorosa, il Festival è entrato nella vicenda israeliano-palestinese a senso unico, quello è l’elemento peggiore di tutta la kermesse. Per me, il Festival o non entrava su quel tema e non lo può affidare a un cantante che decide una frase a senso unico oppure doveva responsabilmente citare anche gli ostaggi israeliani. Non è che il Festival si deve occupare di tutto, poteva non entrare in politica internazionale ma, se ci entri, devi entrarci in maniera equilibrata”.

 

 

La seconda carica dello Stato si è poi inserito nel dibattito sul vincitore di Sanremo 2024, con le grandi critiche per la decisione su Angelina Mango di stampa e radio, che hanno ribaltato il verdetto del televoto su Geolier: “Per votare le canzoni di Sanremo il sistema migliore era quello di una volta, delle giurie chiuse in una stanza, che non potevano vedere il video, che ascoltavano solo le canzoni, e davano un giudizio solo sulle canzoni, non sulle frasi stereotipate che dicono alla fine i cantanti. Voti solo dal televoto? È tutto un trucco, dipende da chi compra più call center. Un call center - chiosa La Russa - può influire su un voto, può fare quello che può fare un paesino, è un sistema imperfetto”.

 

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