Schlein ormai c'ha preso gusto e ad ogni occasione canta “Bella ciao”
Ormai c’ha preso gusto. Ogni volta che ne ha l’occasione Elly Schlein canta Bella Ciao. Non ci può essere un’uscita pubblica senza ricordare quello che è ormai diventato l’inno del Partito democratico. Lo ha fatto l’altra sera di fronte alla Rai in viale Mazzini a Roma, dove protestava contro la presunta «Telemeloni», nonostante le presenze di esponenti dem nella tv pubblica siano pari a quelli degli altri partiti. E lo ha fatto ieri, intonando la canzone dei partigiani accompagnata da tutto il pubblico presente in sala e da Alessandra Todde al suo fianco, durante l’evento elettorale ad Alghero con la candidata alle elezioni regionali in Sardegna. La segretaria del Pd aveva appena messo l’accento sulla necessità di difendere la Costituzione «antifascista», e Todde aveva citato le parole di Enrico Berlinguer. Poco dopo è partita la canzone dei partigiani intonata da tutta la sala per chiudere l’evento.
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Intanto, la sua collega di partito, la deputata Laura Boldrini è salita sul carro di un’altra battaglia che potremmo definire «particolare», ovvero la proposta di riforma costituzionale per cambiare il nome della Camera in «Camera delle deputate e dei deputati». «Mi sembra una cosa normale, non scandalosa, chi la considera tale vuol dire che non vuole rendersi conto dei cambiamenti che sono avvenuti», ha detto l’ex presidente della Camera a "Un giorno da pecora" su Rai RadioUno condotta da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari. Ovviamente, questa proposta di legge viene dal suo stesso partito, nello specifico dai deputati Gian Antonio Girelli e Sara Ferrari. «C’è una mentalità patriarcale trasversale, bisogna abbattere questi pregiudizi anche nelle istituzioni», ha aggiunto.
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Lo spettro del patriarcato è un’ossessione di Boldrini. Lo ha tirato fuori dal cilindro anche in merito allo stupro della tredicenne di Catania per cui sono stati arrestati sette egiziani. Ecco cosa ha scritto pochi giorni fa su X: «Un altro stupro di gruppo. Un’altra vittima giovanissima e coraggiosa che denuncia. Dopo i fatti gravissimi di Palermo e Caivano, adesso anche a Catania il branco agisce su una ragazza come su una preda. E l’età degli stupratori e della vittima non fa che confermare quanto la violenza sulle donne sia una questione da affrontare da subito con i ragazzi, anche a scuola. Il patriarcato, la legge del maschio prevaricatore non conosce né età né latitudine. Bisogna agire e agire in fretta oltre il piano della sola repressione». «Patriarcato», «maschio prevaricatore», ma nessun accenno al fatto che gli accusati siano egiziani sbarcati in Italia dal 2021 al 2023.
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