Schlein-Conte, grande freddo alle amministrative: addio al fortino rosso
Sempre insieme, eternamente divisi. L'interminabile balletto sulle alleanze tra Elly Schlein e Giuseppe Conte, logorante persino per i pochi elettori progressisti rimasti in Italia, potrebbe registrare una svolta. La donna dai tre passaporti ha finalmente preso consapevolezza che, se le opposizioni marceranno divise, il sonno di Giorgia Meloni risulterà essere sereno come quello di un bambino tra le braccia della propria madre. E così ha invitato l'Avvocato del Popolo al sano realismo. “Spero di non essere l’unica tra i leader politici a sapere che nessuna delle nostre forze politiche da sola è sufficiente per costruire l’alternativa e di certo nessuno può pensare di farlo senza la prima forza di opposizione che è la comunità democratica, il Pd. Quindi noi continueremo a lavorare sui temi per costruire l’alternativa che serve rispetto agli sbagli del governo Meloni“.
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Il leader che, insieme a Luigi Di Maio, era convinto di aver sconfitto la povertà, non pare però così interessato. Dall'assemblea regionale di Faenza è emerso un lato antico del Movimento Cinque Stelle. Quello determinato a ribadire il no alle alleanze alle prossime elezioni amministrative (in linea di massima, poi qualche eccezione ci sarà), ma a non chiudere la porta ad Elly Schlein per un progetto che si basi sul rispetto di autonomia, identità e metodo. Come dire, se dobbiamo allearci, questo va fatto da pari grado. Banale sottolineare come le europee misureranno le effettive forze (ovvero, i voti ed i consensi) dei due principali partiti progressisti.
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Uno scenario, quello di presentarsi separati alle amministrative che rischia di far cadere fortini rossi considerati sicuri fino ad un paio di anni fa. L'esempio più emblematico è certamente quello di Firenze. Nel capoluogo toscano vi saranno quattro candidati a sinistra ed i Cinque Stelle non appoggeranno Sara Funaro, esponente scelta (senza primarie) dai dem. O correranno soli o, più probabilmente, faranno parte della coalizione di Cecilia Del Re (assessore defenestrato per visioni politiche diverse dal sindaco Dario Nardella) e di Tomaso Montanari. E i moderati? La “linea Donzelli”, quella cioè di ritardare il più possibile la presentazione ufficiale dell'uomo scelto per conquistare Palazzo Vecchio e logorare al massimo il centrosinistra, diviso e litigioso, andrà avanti per un altro mese. E se Eike Schmidt dovesse rivelarsi troppo preso da Napoli e del suo nuovo lavoro (come direttore del museo Capodimonte), i conservatori avrebbero pronto un asso nella manica. Un esponente della società civile conosciutissimo in città e dalle specchiate qualità. Stasera, nel frattempo, il coordinamento cittadino di Fdi si riunirà per mettere a punto le principali strategie comunicative per le elezioni di giugno.