Caso Salis, Meloni avverte Orban: "Garantire trattamento dignitoso"
«Il tema di un’eventuale detenzione in Italia va discusso quando sapremo come va il processo. A differenza di quello che spesso è stato scritto in Italia, anche in Ungheria c’è l’autonomia dei giudici. Quello di cui posso parlare con il primo ministro ungherese è che ai nostri connazionali venga garantito un trattamento di dignità, di rispetto e un giusto processo». La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, interviene sul caso della maestra 39enne di Monza detenuta da febbraio scorso a Budapest, alla fine del Consiglio europeo a Bruxelles, a margine del quale ha avuto un faccia a faccia con Viktor Orban. La premier auspica anche «un veloce processo. Mi ha colpito che l’udienza sia stata aperta, chiusa e rinviata a maggio. Spero che su questo si possa fare magari qualcosa di più. Per il resto, però, né io, né Orban possiamo entrare nel giudizio di quello che compete alla magistratura». Hanno fatto molto discutere le riprese video dell’aula di tribunale in cui Salis è stata immortalata tenuta al "guinzaglio", incatenata alle mani e ai piedi. «Sul tema delle immagini che abbiamo visto segnalo che non è un trattamento - presumo - riservato a questo detenuto. Accade in diversi Stati, anche occidentali, che i detenuti vengano portati così in tribunale. Non è il nostro costume, noi non lo facciamo, sono immagini che da noi chiaramente impattano ma negli altri Stati sovrani, anche occidentali, funziona così», aggiunge l’inquilina di Palazzo Chigi. Dal canto suo, il vicepremier leghista, Matteo Salvini, querelato dal padre della donna per diffamazione per la vicenda dell’assalto al gazebo della Lega a Monza nel 2017, per cui la 39enne è stata assolta, sottolinea: «Da genitore capisco l’ansia e anche alcune dichiarazioni originali del padre di Ilaria Salis, Roberto. È giusto che il governo sia impegnato con tutte le forze per tutelare la ragazza e ne auspico la completa e rapida assoluzione».
E ancora: «Ribadisco, però, che Ilaria Salis è stata bloccata con un manganello e in compagnia di un estremista: in caso di condanna per violenze, a mio modo di vedere, l’opportunità che entri in classe per educare e crescere bambini è nulla». La Lega, in serata, rincara la dose: «Prendiamo atto con curiosità della scelta di querelare Matteo Salvini», con «l’auspicio che Ilaria venga assolta rapidamente da tutte le accuse, a differenza di quanto è avvenuto in altra vicenda chiusasi con sentenza di condanna confermata in Cassazione il 3 luglio 2023 per concorso morale nella resistenza a pubblico ufficiale». Su questa vicenda il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, farà un’informativa urgente giovedì 8 febbraio alle 10.30 alla Camera e alle 12.30 al Senato. «A livello governativo avevo incontrato il ministro degli Esteri» ungherese «il 22 gennaio a margine del Consiglio Affari esteri e gli avevo posto il problema e gli avevo consegnato un documento in cui veniva raccontata tutta la storia», sottolinea il vicepremier azzurro. Che poi rimarca: «Evitiamo di trasformare in fatto politico una vicenda che riguarda le norme comunitarie per i diritti degli imputati. Dobbiamo impegnarci perché siano garantiti i diritti della detenuta. Io non faccio polemiche con nessuno. Non vado contro Schlein, né contro Salvini. Dico quello che penso» e «non mi interessa se sta dentro per un reato politico». Sempre da Forza Italia, il capogruppo alla Camera, Paolo Barelli, segnala a LaPresse che «la condanna, da parte di chi ha un grammo di cervello, deve essere senza se e senza ma». «Bisogna - prosegue - rimanere sul punto. La civiltà giuridica non può ammettere scene come quelle apparse su tutti i mezzi di informazione. Si parla per ora solo di accuse, ma comunque la dignità umana va sempre tutelata». L’opposizione, intanto, passa all’attacco. Il leader di Azione, Carlo Calenda, sostiene che «Salvini fa quello che ha sempre fatto, cercare di lucrare un pochino sulla sofferenza altrui. Se fossi in lui mi vergognerei». E Matteo Renzi, numero uno di Iv, sbotta: «Il governo italiano sa tutto da mesi ma non ha mosso un dito. Adesso che questo caso diplomatico è diventato mediatico, ecco solo adesso la Meloni interviene. Finché era roba da politici o diplomatici, nessuno ha detto niente a Orban per non far arrabbiare il principale alleato che questo Governo ha in Europa».