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Rai, Schlein fa da sola il sit-in anti-governo. Mollata pure dal M5S

Edoardo Romagnoli
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Elly Schlein sperava che la Rai potesse diventare un terreno fertile per una battaglia comune delle opposizioni contro TeleMeloni, ma in realtà sta provocando uno strappo interno proprio alla minoranza. Al sit in del 7 febbraio organizzato dal Pd davanti a viale Mazzini non ci sarà Azione, non ci sarà Italia Viva, non ci sarà Alleanza Verdi e Sinistra Italiana e non ci sarà il Movimento 5 Stelle. Anche se i grillini in un primo momento sembrano voler aderire non tanto alla manifestazione quanto alla riforma della governance Rai. Almeno prima del post della presidente della commissione Vigilanza della Rai Barbara Floridia in quota M5S. Nel suo pensiero affidato ai social Floridia esclude la presenza del Movimento davanti agli studi del servizio pubblico televisivo ma soprattutto rifiuta il tavolo delle opposizioni per fare la riforma. «Una riforma solo delle opposizioni? Pensare di strutturare una proposta di riforma coinvolgendo esclusivamente le forze politiche di opposizione ci porterebbe ad un nuovo vicolo cieco». Piuttosto, invita Floridia, si faccia un lavoro «istruttorio» in commissione e poi, dopo le europee, «Stati generali» con tutte le forze politiche, maggioranza compresa, per riformare la Rai. Perché, incalzano i 5 Stelle, se c’è TeleMeloni lo si deve alla legge Renzi del 2015.

 

 

La replica è affidata a fonti dem. «Dopo l’incertezza di Conte su chi scegliere tra Biden e Trump, sorprende questa presa di posizione invece molto chiara sulla Rai e sulla nostra proposta di riformarla insieme». Nel pomeriggio interviene via social Conte: «No caro Pd il 7 febbraio noi non ci saremo. Se davvero si vuole lavorare con noi per costruire una seria alternativa di governo di cui l’Italia ha dannatamente bisogno, dobbiamo mettere da parte l’ipocrisia». Quale? «Quella di un Pd indignato che chiama a raccolta le altre forze politiche e finge di non sapere quello che tutti sanno da anni e cioè che la governance Rai è assoggettata al controllo del Governo oltreché della maggioranza di turno grazie alla riforma imposta dal Pd renziano nel 2015». Poi Conte conclude: «Siamo seri! L’amichettismo di destra vale quanto l’amichettismo di sinistra. I cittadini non sono sciocchi».

 

 

Da Italia Viva replica Maria Elena Boschi: «Spiace ricordare alla collega Floridia che se la legge Renzi era così negativa non si capisce perché Conte non l’abbia cambiata». Per i grillini ha risposto Dario Carotenuto: «Il M5S non godeva della maggioranza di cui ha usufruito Renzi. E da soli non si può approvare alcuna riforma».

 

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