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Pd, la cacciata dell'esponente contro il fine vita scatena il caos

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La consigliera del Pd Anna Maria Bigon si trova nel vortice di una controversia politica dopo aver votato contro la "legge Zaia" sul fine vita in Veneto. La sua scelta di astenersi per ragioni di coscienza, contrariamente all'indicazione del Pd, le è costata la destituzione dall'incarico di vicesegretario provinciale dei dem di Verona. L'avvocato e ex sindaco, Bigon, ha preso questa decisione di coscienza senza abbandonare l'aula, senza abbassare il quorum come richiesto dal Pd. La decisione punitiva è giunta pochi giorni dopo, emanata formalmente dalla segreteria provinciale del partito. Franco Bonfante, responsabile provinciale del Pd di Verona, ha dichiarato di assumersi l'intera responsabilità della decisione, sottolineando che la scelta è stata presa in totale autonomia.

 

 

La direzione nazionale del Pd, riferisce Il Giornale, ha cercato di dissociarsi dall’epurazione. Ma le parole della segretaria Elly Schlein dopo la votazione sulla legge sul fine vita indicavano chiaramente la possibilità di conseguenze per la consigliera Bigon. Schlein aveva dichiarato che se il gruppo chiede di abbandonare l'aula e il voto è a favore, è giusto farlo. Questo ha sollevato preoccupazioni all'interno dell'ala cattolica del Pd.

 

 

Alcuni esponenti di spicco del partito, come l'ex ministro Graziano Delrio e il deputato Lorenzo Guerini, hanno espresso preoccupazione per il segnale negativo inviato con l'esclusione di Bigon. Delrio ha dichiarato che si tratta di "un brutto segnale", mentre Guerini ha sottolineato che la disciplina di partito non dovrebbe sovrastare la libertà di coscienza su questioni eticamente sensibili. A Verona, il prossimo 5 febbraio, si prevede un aspro scontro durante la Direzione convocata sul caso del fine vita. Le tensioni interne al Pd non finiscono mai.

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