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Repubblica e la sinistra contro Meloni. Non accettano le critiche

Adriano Bonanni
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Repubblica e la sinistra contro Giorgia Meloni. A scatenare le ire del quotidiano e delle opposizioni sono stati l’annuncio che il governo intende privatizzare alcune aziende e le accuse alla famiglia Agnelli (in risposta a un titolo proprio del quotidiano del gruppo Gedi che fa capo a John Elkann) di aver portato la produzione di auto fuori dall’Italia e averla svenduta ai francesi. Il comitato di redazione di Repubblica ieri ha pubblicato un comunicato nel quale si accusa il premier di voler mettere il bavaglio alla stampa e di limitare la libertà dei giornalisti, mentre Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Partito Democratico e Matteo Renzi hanno dato la loro solidarietà alla redazione. Dà invece ragione al premier Roberto Capobianco, presidente di Conflavoro: «Sulla questione delle privatizzazioni la pensiamo senz’altro come il governo Meloni: l’Italia non rischia di essere un mercatino delle pulci, anzi ha bisogno di quei privati lungimiranti con denaro da investire e una visione diversa e svecchiata da proporre per lo sviluppo del Paese e delle sue infrastrutture. Non ci parrebbe uno scandalo se lo Stato dovesse cedere una parte delle aziende importanti che controlla e che, in certi casi, continuerebbe a controllare sicuramente. Non vediamo rischio di derive di alcun genere».

 

 

Giorgia Meloni ieri non ha replicato alle accuse ma potrebbe farlo oggi durante il «premier time» che si svolgerà alle 15 nell’Aula della Camera. Per la sinistra il «caso privatizzazioni» è infatti un boccone ghiotto per attaccare il governo. Il quesito posto da Azione che chiede alla premier «se intenda convocare il presidente di Stellantis, John Elkann, il quale ha sempre assicurato la continuità produttiva e occupazionale sia di Magneti Marelli sia di Stellantis, e l’amministratore delegato, Carlos Tavares, per chiarire una volta per tutte quali siano i piani del gruppo per l’Italia, con quali garanzie e se siano allo studio ulteriori iniziative per il rilancio dell’automotive italiano». Ma nel «premier time» Meloni dovrà rispondere anche ad altre questioni e soprattutto sarà l’occasione per un faccia a faccia con Elly Schlein. La segretaria del Pd batterà sulla sanità e sulle «drammatiche difficoltà degli ospedali dovute alla carenza di personale». Un tema di campagna elettorale e Schlein intende farne uno dei punti cardine della campagna dei prossimi mesi, insieme al caro vita. I dem stanno infatti organizzando una serie di tappe ad hoc con incontri con il personale del settore, un tour nella sanità.

 

 

Tra le altre domande ci sarà quella di Avs che chiede a Meloni di sapere quale sia la posizione del governo rispetto alla netta contrarietà del premier israeliano Benjamin Netanyahu alla nascita di uno Stato palestinese e quali «urgenti e concrete iniziative intenda proporre anche in sede europea per un immediato cessate il fuoco e rendere credibile la soluzione dei "due Popoli e due Stati"». L’intervento di Giuseppe Conte invece si focalizzerà sul Patto di stabilità e crescita visto che il Movimento chiederà quali provvedimenti il governo intenda adottare per far sì che il nuovo Patto non incida in maniera negativa sugli investimenti, in particolare per sanità, scuola e ambiente. Italia viva toccherà il tasto del mancato rinnovo dell’esenzione Irpef per i redditi dominicali ed agrari, mentre +Europa interverrà sui risarcimenti ai familiari delle vittime delle stragi naziste. Per quanto riguarda la maggioranza, Fratelli d’Italia punterà sul discorso legato al rilancio del Mezzogiorno; la Lega sulla legge delega per il patto sulla terza età; Noi moderati sulle misure legate all’assegno d’inclusione.

 

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