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Teatro di Roma, Mulè ridicolizza la sinistra: “Ipocrisie da chi mette amici in partecipate”

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Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, ospite nel corso della trasmissione Omnibus su La7, ha respinto al mittente le critiche per le nomine effettuate dal governo Meloni. Nella puntata del 23 gennaio del talk show si discute infatti delle polemiche sorte dopo la scelta di Luca De Fusco per il Teatro di Roma, con l’esponente di centrodestra che ci va giù duro: “Le accuse che arrivano dall’opposizione sulla presunta occupazione di posti di potere sono risibili. Non è necessaria una commissione parlamentare d’inchiesta per accertare casi eclatanti. Basta tornare a tempi recenti e recentissimi per individuare figure che non si distinguevano per curriculum o per capacità ma per amichettismo”.

 

 

“Mi riferisco ai 5stelle e al Pd. Nel primo caso - chiarisce Mulè - abbiamo avuto addirittura compagni di scuola proiettati all’interno dei cda delle grandi aziende pubbliche forse come ricompensa per aver passato i compiti in classe e nel caso del Pd di una ristretta cerchia di compagni di partito in posizioni di vertice nelle società partecipate dallo Stato”. 

 

 

“Adesso - prosegue Mulè -, bisogna essere franchi ed evitare ipocrisie. Esiste lo spoil system, che attribuisce a un nuovo governo la responsabilità di affidare incarichi a soggetti di cui quel governo si fida. Questo non mi scandalizza perché è normale, mi scandalizza la meraviglia di molti smemorati che si meravigliano per questo. È nel diritto di chi governa che vuole dimostrare di saper governare ricorrere alle figure che ritiene più opportune nei posti giusti. Dopo di che la verifica è semplice, si fa in base ai risultati. Se l’incapacità è manifesta - chiosa il deputato azzurro - si vedrà e si opereranno scelte differenti. E sul direttore del Teatro di Roma parla, e bene, il suo curriculum. Così come è successo in precedenza per la Biennale di Venezia o il Maxxi di Roma”.

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