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Schlein resta sola nel Pd. “Ce la dobbiamo tenere per forza”, terremoto nei dem

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“Tutti sappiamo di doverci tenere Elly per forza, non possiamo certo cambiare la nostra leader, o presunta tale, alla vigilia di una campagna elettorale così delicata. Certo, in caso di sconfitta, la maggior parte di noi vorrà sostituirla non a spoglio ultimato, ma appena Enrico Mentana leggerà i primi exit poll”. Con queste frasi di un esponente di spicco del Partito Democratico si apre l’articolo del Corriere della Sera dedicato alla solitudine di Elly Schlein, eletta appena 10 mesi fa segretaria dem e già con un piede nella fossa, politicamente parlando. Il punto di svolta è rappresentato dalle elezioni Europee di giugno, che potranno rappresentare l’ultimo atto di Schlein da leader del partito di sinistra.

 

 

Schlein, con la possibile candidatura per Bruxelles, ha causato la rivolta delle donne del Pd. E poi ecco le altre critiche: in tv non funziona, è vaga su tutti i temi più delicati e non ascolta i consigli di nessuno. E comunque vada sulla scelta delle Europee subirà critiche, tra debolezza in caso di rinuncia o altri attacchi dal partito, con diverse figure di spicco che hanno già esternato la loro contrarietà alla candidatura. E il futuro del Pd? Si vocifera sempre più insistentemente di una guidata targata Paolo Gentiloni, che assumerebbe il ruolo del federatore del centrosinistra. E un altro nome da tenere d’occhio, secondo il quotidiano di via Solferino, è quello di Enzo Amendola. Di certo dai vari retroscena emerge una profonda frattura in seno al Pd: Schlein ha le ore contate.

 

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