Firenze, Tomaso Montanari si candida. Perché la sinistra va in frantumi
Sempre insieme, eternamente divisi. La sinistra fiorentina, che per anni ha dato le carte e deciso l'assetto della città, si ritrova quanto mai debole e divisa. L'ultima indiscrezione raccolta dal nostro quotidiano è che Cecilia Del Re, assessore defenestrato dal sindaco Nardella per una diversità di vedute sulla tramvia, avrebbe rotto gli indugi. L'accordo con Italia Viva non sarebbe andato in porto e così sarebbe nata l'idea di una coalizione denominata “11 agosto”, la data della liberazione del capoluogo toscano dai nazisti. Del Re sarebbe il candidato sindaco, appoggiato dai Cinque Stelle, da alcuni movimenti cittadini e dall'intellettuale Tomaso Montanari, capolista in consiglio comunale. Mancano ancora alcuni dettagli, ma, secondo la nostra fonte, il dado sarebbe tratto. Così, a sinistra, ci sarebbero ben tre formazioni: quella di Del Re, appunto, la sinistra radicale che propone Dmitrij Palagi, uno dei consiglieri comunali più preparati e puntigliosi e Sara Funaro, sostenuta da Pd, +Europa e Azione. Al centro Stefania Saccardi, attuale vice governatore della Toscana, e da sempre donna forte di Matteo Renzi. E il centrodestra? Eike Schmidt è un'idea tutt'altro che tramontata. Anzi. L'ex direttore degli Uffizi, salvo clamorosi (e, al momento, imprevedibili) dietrofront da parte dell'intellettuale tedesco, sarà il candidato a Palazzo Vecchio per i moderati.
“Attacco patetico”. Nardella tenta l'intemerata contro Schmidt: reazione di FdI
In città non si sono spenti gli echi delle polemiche per gli striscioni in Curva Fiesole dei tifosi viola che hanno puntato il dito contro il sindaco Nardella, reo di non aver saputo gestire in modo razionale la vicenda relativa alla ristrutturazione dello stadio Artemio Franchi. “Non è uno striscione, non è un’offesa, è una condanna di popolo. Stavolta è diverso, Firenze presenta il conto al Pd di Nardella e Funaro – ha scritto su un post apparso su Facebook il senatore di Fdi, Paolo Marcheschi - Non credono a quello che vedono (gazebo, striscioni, ma anche città piena di banditi di ogni tipo ecc) né a quello che sentono (nelle radio, per le strade, o i fischi e cori allo stadio) né a quello che leggono (sulle loro bacheche piene da mesi di insulti e polemiche su tanti temi). Tantomeno ascoltano chi dice loro che il vento è cambiato anche a Firenze e che qualche autocritica non guasterebbe. Mai come oggi si è avuta una plastica raffigurazione della pessima considerazione che i fiorentini hanno del loro sindaco. Nonostante il silenziatore messo dai troppi giornali che difendono l’apparato, ormai il rapporto del Pd con la città è palesemente finito. Dall’alto della loro prosopopea si ritengono infallibili e quindi inattaccabili e quindi se la raccontano. E organizzano la successione di Nardella con la sua delfina Funaro. Ovviamente raccontando che sarà (con l’accento) una novità. Gli fa comodo pensare che sia solo tifo becero della Curva Fiesole. Ma stavolta non è il tifo, è il popolo. Da questa grande crisi, che è simile alla palude del barone di Münchhausen, non ci si salva da soli tirandosi fuori per il codino”.