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Beppe Grillo si confessa sui giorni in ospedale: il retroscena sulla camera mortuaria

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Beppe Grillo racconta il suo recente ricovero nell’ospedale di Cecina in un video girato nella casa di Genova e postato su Instagram e sul suo blog a cui affida anche una serie di riflessioni sulla sanità pubblica. «Sono uscito da quell’ospedalino di Cecina anche con un’esperienza molto positiva - racconta il fondatore e garante del M5S -, nel senso che il pronto soccorso, medici, infermieri, barellieri, li ho visti affannarsi, lavorare in un modo strepitoso. In una corsia dove io a 75 anni ero il più giovane, c’era anche un centenario tra rumori e allarmi che suonavano: io capisco che per medici e infermieri lavorare in quelle condizioni sia molto difficoltoso. Poi mi hanno trovato una cameretta in medicina al primo piano per stare più tranquillo, era quella mortuaria, cioè non stava morendo nessuno, mi hanno detto ‘perché non va lì così sta più tranquillo?’ e ho detto sì. Mi hanno fatto le analisi, adesso sono a casa e sto bene». 

 

 

Ma dopo aver visto «in che condizioni vivono i pronto soccorso proprio da dentro», Grillo ragiona su come le «disuguaglianze» siano il vero problema della salute. «Quando parliamo di salute - dice  il fondatore del Movimento 5 Stelle - dobbiamo inevitabilmente parlare di società, di ambiente, di alimentazione, di urbanistica. Ridurre la povertà è migliorare la società. La salute dei più poveri deve raggiungere lo standard dei più ricchi, per farlo abbiamo bisogno di sociologi, antropologi, architetti, perché dentro c’è tutto, c’è l’energia, quello che mangiamo, come ci muoviamo, le scelte che compiamo».

 

 

Negli ospedali, riflette Grillo forte della sua esperienza, «l’80% sono malati da medico di base, poi c’è la paura dei medici, l’eccesso di diagnostica. Fanno migliaia di esami, perché il paziente li vuole, ma la metà non servono a niente. Poi c’è l’invecchiamento della popolazione, in media un anziano consuma otto farmaci al giorno, l’ultima settimana di vita di un anziano costa al sistema sanitario come tutta la sua vita». Per il cofondatore del M5S occorre «separare sanità e salute. La salute è politica, e la differenziazione tra ricco e povero è la chiave della politica, bisogna riformare la società per riformare la sanità. Conviene, oltre che dal punto di vista umano, anche dal punto di vista economico, portare i poveri verso la ricchezza, perché i poveri non possono curarsi, si ammalano di più e quindi gravano sul sistema sanitario. Bisogna togliere questa grande differenza con un reddito di base, un lavoro, un ambiente salubre. Nella salute c’è dentro tutto, la politica della società, è lì che bisogna intervenire. Non cominciare a intervenire sulla povertà è uno spreco economico pazzesco».

 

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