Nomine, nel 2024 si scelgono i vertici di Ferrovie, Rai e Cdp: tutte le società da rinnovare
Anche nel 2024 suoneranno le note del valzer delle nomine. Dopo la tornata del 2023 che ha visto, tra riconferme e new entry, il rinnovo ai vertici delle grandi partecipate pubbliche (da Eni a Leonardo, da Enel a Poste, passando per Terna), anche l’anno che sta per cominciare riserverà una partita altrettanto ricca per altre big pubbliche, come Ferrovie dello Stato, Cassa Depositi e Prestiti e Rai. Ma non solo. Sta per entrare nel vivo anche la corsa per il rinnovo del vertice di Confindustria per l’elezione del nuovo presidente. Nomine di peso, dunque, per società pubbliche strategiche per l’economia nazionale: basti pensare al ruolo trainante di gruppi come Fs e Cdp nella messa a terra dei progetti del Pnrr. Soltanto pochi giorni fa, l’amministratore delegato di Fs, Luigi Ferraris, ha riferito che gli investimenti stanno andando verso quota 14-15 miliardi di euro. I consigli di amministrazione scadono con la chiusura dei bilanci, quindi in primavera-estate. Ma bisognerà vedere quali saranno i tempi delle decisioni. Questa tornata cade, di fatto, nel pieno dell’appuntamento elettorale delle Europee che in Italia si svolgeranno il 9 giugno. E, questo, potrebbe avere il suo peso alla luce del responso delle urne.
Premierato, giustizia e ulteriore taglio fiscale: ecco le tre sfide del governo
Il tourbillon delle nomine interessa anche una miriade di società pubbliche. Le Fs dovranno nominare a sua volta i vertici di Anas, Busitalia e Italferr. Cdp, a sua volta, dovrà nominare i vertici di Fintecna. Tornata ’elettorale’ in vista anche per Confindustria, l’associazione degli imprenditori che dovrà eleggere il successore di Carlo Bonomi ai vertici di viale dell’Astronomia. Una partita già iniziata, tra indiscrezioni e ipotesi, subito dopo l’assemblea generale dello scorso 15 settembre, l’ultima per il presidente in carica che entrerà nel vivo a breve con il sorteggio, a gennaio, dei componenti della commissione di designazione chiamati a sondare necessità e desiderata dei territori e del sistema confindustriale. Le grandi manovre, alleanze e intese, infatti, cominceranno a prendere forma allora, in quel mese e mezzo durante i quali la commissione, una volta completato il tour di consultazioni, metterà a punto una rosa di candidati espressione della maggioranza della volontà della base. Ma una griglia di partenza di imprenditori che potrebbero accettare la nomination che dovrebbe arrivare il 4 aprile prossimo quando sarà convocato il Consiglio generale di Confindustria che voterà il presidente designato, sembra cominciare a delinearsi.
Mattarella mette d'accordo maggioranza e opposizione: tregua per un giorno
Gli ultimi rumors, in ordine di tempo, accreditano, secondo l’Adnkronos Edoardo Garrone, presidente della Erg e del Sole 24 Ore, tra i big dati per favoriti. Sembrano salire, però, anche le quotazioni del presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro e quelle di Antonio Gozzi, presidente del gruppo Duferco. Resterebbero comunque in campo anche i nomi di un gruppo di attuali vicepresidenti di Confindustria, emersi già nelle prime ore, Giovanni Brugnoli, Alberto Marenghi, Emanuele Orsini e quella di Maurizio Stirpe. Per aprile dunque è atteso il passaggio del testimone che sarà ufficializzato, dopo la designazione del Consiglio generale, dal voto dell’assemblea privata il prossimo maggio. E primo banco di prova con cui il neopresidente si dovrà cimentare in tempi rapidi sarà il rinnovo del contratto dei metalmeccanici in scadenza il prossimo 30 giugno ma già disdetto, 6 mesi prima, dalle tute blu di Cgil, Cisl e Uil.