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Giustizia, parla Sisto: “Sì alle modifiche ma la riforma si deve fare”

Pierpaolo La Rosa
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Francesco Paolo Sisto, viceministro alla Giustizia e senatore di Forza Italia, ha rilasciato un'intervista a Il Tempo. Queste le sue parole:

Cosa cambierà con la riforma del Guardasigilli Carlo Nordio?
«Si tratta di un primo, importante, significativo step di una riforma più generale del diritto penale sostanziale e processuale, che ha lo scopo di restituire al cittadino la fiducia nella giustizia. Come? Adeguando la normativa ai problemi reali del Paese, quelli a cui teneva tanto Silvio Berlusconi, cancellando l’abuso d’ufficio per aiutare i sindaci nei percorsi di legalità, tipizzando il traffico di influenza per dare alla politica meno incertezze, migliorando l’assetto della custodia cautelare perché il carcere possa davvero essere una eccezione, incidendo sull’informazione di garanzia perché torni ad essere uno strumento per meglio difendersi e non il segno rosso della condanna mediatica, e limitando l’appello dei pubblici ministeri alle sentenze di assoluzione, in ossequio al principio dell’"oltre ogni ragionevole dubbio". Sono, poi, in procinto di essere varati, nella seconda parte del 2023, interventi sulla prescrizione, sulle intercettazioni, sui reati contro la Pubblica amministrazione. Subito dopo si passerà alle riforme costituzionali, come la separazione delle carriere».

L’Associazione nazionale magistrati ha attaccato duramente le misure. Si può parlare di interferenza?
«È legittimo che ciascuno possa esprimere la propria opinione sulle scelte del legislatore, ed in tale veste abbiamo ascoltato tutti i protagonisti, e più volte, sui temi della riforma. Però, poi, esaurita la discussione, il Parlamento è chiamato a decidere, e su questi percorsi non sono ammesse esitazioni perché questa maggioranza ha ricevuto il consenso degli italiani, sulla scorta di un programma condiviso dagli elettori, che di conseguenza necessariamente deve essere realizzato. Il ministro Nordio, a mio avviso, ha agito in più che legittima difesa, in linea con quanto il presidente della Repubblica ha indicato: le leggi le scrive il Parlamento, la magistratura, ai sensi dell’articolo 101 della Costituzione, alla legge è soggetta».

 

 

Per la segretaria del Pd, Elly Schlein, la riforma della giustizia è "la montagna che ha partorito il topolino, con pochi interventi spot".
«Sarebbe estremamente opportuno che l’onorevole Schlein esaminasse le articolazioni della riforma della giustizia che il centrodestra intende realizzare, come scandite nel cronoprogramma già condiviso. Schlein avrebbe immediatamente la certezza che quelli che definisce "interventi spot" sono soltanto l’inizio, pur qualificato, di terapie ragionate e ragionevoli, mirate a far sì che finalmente la giustizia diventi a misura di cittadino e non sia più, come dalla sinistra per anni sostenuto in Parlamento, commisurata alla figura centrale del pm. Un processo in cui, seguendo la Costituzione, il cittadino percepisca il giudice terzo ed imparziale, come l’articolo 111 indica, in posizione di equidistanza tra accusa e difesa».

 



C’è spazio per modificare il testo nel percorso parlamentare?
«Assolutamente sì. Questo è un governo che rispetta il Parlamento, che non intende sminuire le sue prerogative, che non si sottrarrà ad un dibattito approfondito e serrato nelle Aule, perché il risultato finale sia rispettoso dei ruoli di ciascuno. Se proprio devo esprimere una previsione sui tempi, mi auguro che subito dopo l’estate il provvedimento possa essere licenziato dalle due Camere».

Ma per le intercettazioni ci si ferma qui?
«In questa prima fase ci siamo occupati del problema della pubblicazione incontrollata delle captazioni e della tutela dei terzi estranei all’indagine. Nella seconda parte della riforma, il tema intercettazioni sarà affrontato nelle sue componenti strutturali».

Oggi è previsto il Comitato di presidenza di Forza Italia. Il partito è unito?
«Dopo la drammatica scomparsa del nostro Presidente, le parole chiave di Forza Italia devono essere due: unità e continuità, perché tutti insieme appassionatamente si possa fare quadrato, forti dei valori e dei principi che Silvio Berlusconi ci ha affidato».

 

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