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Il reddito di cittadinanza è un ricordo: con la stretta di Meloni quasi dimezzati i beneficiari

Christian Campigli
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La legge simbolo dei Cinquestelle. Una norma sulla quale il governo di centrodestra ha deciso di mettere mano. Un sussidio che, ancora oggi, crea polemiche infinite. E rischia di dividere (nuovamente) grillini e Partito Democratico. Sono quasi dimezzati i percettori del reddito di cittadinanza con la stretta del governo guidato da Giorgia Meloni, passano da 1,2 milioni a 740mila (si supera il 50% per 280mila percettori in più per l’esattezza). È quanto emerge dal rapporto dell'Upb sulla politica di Bilancio, reso noto questa mattina dall'agenzia di stampa Adnkronos. 

 

 

Secondo il documento, dei quasi 1,2 milioni di nuclei beneficiari del reddito nel periodo 2020-22 circa 400.000 (il 33,6 per cento) sono esclusi dall'assegno di inclusione perché al loro interno non sono presenti soggetti tutelati. Dei restanti circa 790.000 nuclei in cui sono presenti soggetti tutelati, circa 97.000 (poco più del 12 per cento) risulterebbero comunque esclusi dalla fruizione dell’assegno di inclusione per effetto dei vincoli di natura economica. Nel complesso, dunque, i nuclei beneficiari dell’assegno di inclusione risulterebbero circa 740.000, di cui 690.000 già beneficiari di reddito di cittadinanza e 50.000 nuovi beneficiari per via della modifica del vincolo residenza. 

 

 

Nel complesso, considerando anche le maggiori risorse derivanti dalla piena compatibilità tra assegno di inclusione e assegno unico, ai nuclei precedentemente titolari del reddito di cittadinanza che riceveranno l’AdI andranno complessivamente risorse pari a 6,1 miliardi, con un aumento dei benefici di circa 190 milioni, mentre i nuclei precedentemente titolari di Rdc esclusi dall’AdI perderebbero 2,7 miliardi.

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