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Forza Italia, Tajani boccia il direttorio: “Bisogna rispettare lo statuto”

Pietro De Leo
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Parte giovedì quel cammino che, secondo le norme dello statuto, stabilirà le fasi necessarie ad avviare Forza Italia verso il congresso che si terrà il prossimo anno. Ora, il primo passaggio è nominare un reggente che, dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi, avrà il compito di guidare il partito fino all’assise interna. Compito che presumibilmente spetterà all’attuale coordinatore nazionale Antonio Tajani. Ieri ha incontrato i giornalisti in un punto stampa. Dopodomani prima si svolgerà una riunione dei gruppi parlamentari azzurri, e poi il comitato di presidenza da cui uscirà il nome di chi avrà il timone. «Ho chiesto anche ai presidenti di regione di venire a Roma», ha spiegato il vicepresidente del Consiglio. «Noi non retrocediamo, andiamo avanti con grande determinazione». Il coordinatore nazionale ha escluso che il partito possa essere guidato da un direttorio: «C’è lo statuto che regola l’organizzazione del partito e per quanto mi riguarda bisogna rispettarlo», dunque «non servono altre idee o osservazioni».

 

 

Presumibilmente, ha spiegato poi il senatore Maurizio Gasparri a «Un giorno da Pecora», il consiglio nazionale si svolgerà a luglio, prima dell’estate. Da lì, scatterà quella fase transitoria verso il congresso. Aldilà del calendario e delle formule, ci sono altre questioni che riguardano il percorso e le evoluzioni che potrebbe conoscere il partito. La prima è su chi verrà candidato al collegio senatoriale di Monza, al posto di Silvio Berlusconi. Tajani, su questo, ribadisce che è ancora presto per assumere decisioni che comunque verranno adottate previo confronto con gli altri partiti della coalizione, trattandosi di uninominale: «Noi vogliamo che sia un nome di Forza Italia ma dobbiamo fare una proposta ai nostri alleati perché è il candidato del centrodestra. La finestra per la proposta va fino al 29 di ottobre, c'è quindi ancora tempo per decidere». Per questa competizione, comunque, la figura più gettonato nei retroscena è Adriano Galliani, che si sarebbe detto disponibile. L’altra questione riguarda l’ipotesi (al momento solo teorizzata a livello di analisi giornalistiche) che uno dei figli di Berlusconi possa scendere in campo: «L'interlocuzione con la famiglia Berlusconi c’è sempre stata e ci sarà sempre, ma Marina Berlusconi - ha ragionato Tajani - ha parlato di separazione dei ruoli, ognuno ha il proprio. Quindi ascolteremo, vedremo, siamo fortemente collegati anche a livello personale, quindi non mancherà occasione per sentirci, confrontarci, e valutare se qualcuno della famiglia Berlusconi voglia decidere di impegnarsi in politica: sarà super ben accetto da parte di tutti quanti noi, ma è una decisione che spetta a loro».

 

 

Infine, il ruolo di Marta Fascina, ultima compagna di Silvio Berlusconi: «Io non l'ho neanche chiamata in questi giorni, non è facile perdere il compagno della vita, deciderà lei cosa vuole fare, come impegnarsi. È una scelta sua, noi siamo ben lieti di farle fare ciò che lei ritiene opportuno e giusto fare. Però ripeto è una scelta sua, non è una scelta che noi possiamo imporle. Lei deciderà quello che vorrà fare, è anche una nostra deputata, quindi già impegnata in politica». Nel frattempo, è stata decisa la prima intitolazione, deliberata dalla Giunta Regionale della Lombardia: porterà il nome di Silvio Berlusconi il belvedere del Pirellone, e il presidente Attilio Fontana ha spiegato che ciò è avvenuto in condivisione con la famiglia. Sempre in Lombardia, la lista Moratti ha annunciato un ordine del giorno per dedicare al fondatore di Forza Italia l’aeroporto di Malpensa.

 

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