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Rosy Bindi fa il coro a Prodi: "Svolta autoritaria". E sulle armi all'Ucraina...

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Anche Rosy Bindi torna a battere il tasto del governo autoritario della destra antidemocratica e si sintonizza sulla frequenza di Romano Prodi. "Per avere una conferma della mia preoccupazione sull'aumento di autoritarismo del governo, è bastato un solo giorno. Il braccio di ferro per limitare il ruolo della Corte dei Conti ne è un'ulteriore prova", aveva scritto l'ex leader dell'Ulivo qualche giorno fa. Bindi, già ministra nel governo dell'ex premier e poi di Massimo D'Alema, rilancia proprio quando il governo ha messo la fiducia sul Decrìeto Pa che contiene la norma sui "controlli concomitanti" nel Pnrr. 

 

"In questo paese c’è una svolta autoritaria vera che è in atto, non è il fascismo di ieri ma sono i pericoli antidemocratici di oggi, con degli attacchi alla Costituzione che vengono portati avanti con una incoltura costituzionale preoccupante", dice l'ex presidente del Partito democratico a Rai Radio1, ospite di Giorgio Lauro e Geppi Cucciari a Un Giorno da Pecora. Su presidenzialismo o premierato, Bindi afferma: "Sento dire dalla ministra delle Riforme che non sarà toccato il ruolo del Colle perché il premier verrà eletto direttamente. Come si fa a dire che non si toccano le funzioni del Quirinale se eleggi direttamente il presidente del Consiglio? Questo poi è tutto un escamotage per portarsi dietro Renzi, ovviamente". 

 

Capitolo Elly Schlein, che da segretaria della rinascita sembra diventata il curatore fallimentare del Partito democratico: "Se capissi cosa sta accadendo nel Pd forse mi riscriverei al partito. Il momento non è semplice, io avevo parlato di scioglimento, mi hanno bastonata per averlo detto ma di fatto questo è successo". Sulle armi all’Ucraina la nuova segretaria dovrebbe rivendicare "un po' di originalità dell’Europa e dell’Italia stessa, il sostegno all’Ucraina potrebbe realizzarsi in maniera molto più utile, puntando ad un cessate il fuoco e ad un negoziato" Scchlein apra "porte e finestre, non stia solo nella classe dirigente che l’ha eletto". E l’armocromista? "È una cosa forse tipica di una certa sinistra - ha detto ancora Bindi - quella più elitaria, certo non quella dalle radici popolari...".

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