Migranti, Meloni prepara la visita in Tunisia contro il boom di sbarchi
Dal primo gennaio al primo giugno 2023 in Italia sono sbarcate oltre 50mila persone. E la Tunisia è al primo posto tra i Paesi di partenza dei natanti (25.937), arrivando a superare anche la Libia (22.462). Dalle coste del Nord Africa il flusso dei migranti non si ferma confermando la necessità di intervenire sui due Paesi da cui partono i gommoni che arrivano sulle nostre coste. La Tunisia, in particolare, continua a rappresentare una bomba migratoria a causa della grave crisi economica in cui versa da tempo. Per questo motivo in settimana il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, andrà in vista ufficiale a Tunisi dopo il colloquio telefonico con il presidente Kais Saied, avvenuto venerdì sera.
Tra i temi già discussi e che saranno oggetto di confronto anche nell’incontro previsto nei prossimi giorni, c’è il focus sui migranti e i negoziati tra Tunisia e Fondo monetario internazionale per il maxi-prestito da 1,9 miliardi di dollari da erogare al Paese per evitare il collasso economico. Ma la strada per l’accordo è ancora in salita. Saied ha fatto sapere che, a proposito delle riforme proposte dal Fmi come garanzia per l’erogazione del denaro, di non essere disposto a cedere a diktat esterni e rilancia la sua proposta per risanare le finanze del Paese: «tassa sul patrimonio» e «tasse supplementari» a coloro che «beneficiano di compensazioni fiscali». Quindi, tassare i ricchi per ottenere il denaro necessario alle finanze pubbliche senza dover ricorre al prestito del Fondo monetario internazionale.
Secondo i dati diffusi dal ministro delle Finanze tunisino, Sihem Boughdiri Namsia, alla fine del 2022 il debito estero della Tunisia ammontava a circa 115 miliardi di dinari (circa 34,5 miliardi di euro), pari al 79,9 per cento del prodotto interno lordo. Il 46,6 per cento di questa cifra sarebbe costituito da prestiti dall'estero, mentre il 33 per cento da debiti interni. Se il progetto di Saied avrà possibilità di riuscita è tutto da vedere. Nel frattempo, l’Italia lavora affinché almeno una prima tranche del prestito venga erogato alla Tunisia in attesa delle riforme. Sul fronte dell’immigrazione invece, Saied vorrebbe organizzare una conferenza di alto livello tra i Paesi interessati dalla questione migratoria, tra cui in particolare i Paesi del Nord Africa, quelli del Sahel e del Sahara e i Paesi del Mediterraneo settentrionale, con l’obiettivo di affrontare le cause della migrazione irregolare e individuare le modalità più opportune per porre fine alla crisi umanitaria che ne deriva.
Un’iniziativa che, però, nell’immediato non fermerebbe il flusso di migranti che continuano a partire. Si tratta in maggioranza di subsahariani (oltre a egiziani, pakistani e bengalesi) tra le nazionalità maggiormente dichiarate al momento dello sbarco, che arrivano in Libia e Tunisia con l’obiettivo di attraversare il Mediterraneo grazie ai trafficanti di esseri umani e entrare illegalmente in Europa. Secondo i dati del Viminale, dal 1 gennaio al 1 giugno, sulle nostre coste sono sbarcati 7.380 persone che hanno dichiarato di arrivare dalla Costa d’Avorio, 5.996 dalla Guinea, 5.478 dall’Egitto, 4.632 dal Pakistan, 4.628 dal Bangladesh e 3.431 dalla Tunisia. E proprio sulla presenza di migranti nel Paese, da tempo proprio in Tunisia si registrano episodi di intolleranza e violenza ai danni di coloro che arrivano dall’Africa subsahariana.