Renato Brunetta: il Mose dà sicurezza a Venezia per i prossimi cento anni
«È la storia di una resilienza secolare, la capacità di dialogare con il mondo a partire da una laguna. Le lagune non dovrebbero esistere nei secoli. O diventano terra, o diventano mare. La laguna di Venezia continua nei secoli perché i veneziani hanno spostato i fiumi e hanno bloccato il mare, un’operazione che fa venire i brividi, un’operazione che implica un’enorme quantità di investimenti. Quindi la specializzazione produttiva, la base economica di Venezia, è stata ad alto valore aggiunto, in grado di finanziare l’enorme quantità di investimenti. Non si costruiscono questi contenitori senza un’enorme quantità di investimenti». Lo ha detto Renato Brunetta, Presidente della Fondazione ‘Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità’, intervenendo all’apertura della prima edizione della ‘Biennale della Sostenibilità’ dal titolo ‘Il Mose e gli altri: la difesa delle mareggiate nel mondo’, organizzata e promossa dalla Fondazione in collaborazione con The European House – Ambrosetti, Consorzio Venezia Nuova, CORILA e Vela.
Dalla Sala degli Squadratori dell’Arsenale, il Presidente ha poi aggiunto: «Venezia non è diventata Città-mondo, Capitale del mondo perché aveva miniere d’oro o di altre materie prime. Venezia è diventata Città mondo grazie all’intelligenza dei nostri padri. Il tempo ha cambiato le condizioni a contorno: la storia, il tempo, la scoperta delle Americhe, l’industrializzazione, le nuove tecnologie, il cambiamento climatico. Venezia, da luogo di produzioni di merci ad alto valore aggiunto, si è ritrovata ad essere luogo di mera fruizione turistica, di un turismo di massa. Cosa non negativa in sé, ma negativa in quanto monocultura che spazza via le altre culture, le altre economie. Dacché non esiste più la base economica, rischia di non esistere più la base economica e assieme la base antropica, la gente».