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"La sinistra riparta dal Papa". Bellocchio da Fiorello, Bergoglio unica speranza dei progressisti

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Christian Campigli
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La sinistra riparta dal Papa. Il reggente della Chiesa, del potere secolare, “dell'oppio dei popoli” è diventato, secondo numerosi intellettuali radical chic, il nuovo baluardo da esporre per riconquistare voti e credibilità. Una valutazione che, al di là del merito, evidenzia la pochezza della classe dirigente attuale del Pd, lontana anni luce da chi vive in una casa popolare e fa fatica a mettere insieme il pranzo con la cena.

 

“Mi piacerebbe che Papa Francesco vedesse il mio film perché è un Papa progressista, molto aperto”. Marco Bellocchio, reduce dal successo ottenuto a Cannes dal suo ultimo film “Rapito”, chiamato in diretta da Fiorello nel suo morning show “Viva Rai2!”, spiega le motivazioni del suo appello al Pontefice. “È un film in cui la Chiesa in quei tempi lontani fece una scelta piuttosto azzardata, per non dire violenta: rapire un bambino di famiglia ebrea - sottolinea l'affermato regista da Fiorello - Mi piacerebbe anche avere un dialogo con il Papa che è così aperto, parla sempre di ponti e non di muri, di carità, di amare il prossimo, di misericordia. È più progressista dei progressisti stessi che si rivolgono a lui. Quando si parla di sinistra, il pensiero del Papa è il pensiero più di sinistra”.

 

Il film “Rapito” racconta la storia vera di Edgardo Mortara, bambino ebreo di sei anni strappato alla famiglia per ordine dell'inquisizione vaticana per farne un Cristiano. “Gli ho scritto una lettera molto semplice,  - prosegue Bellocchio - Caro Papa Francesco mi farebbe tanto piacere che lei vedesse il mio film, finora non ho avuto risposta”. Fiorello, a quel punto, da autentico showman qual è, ironizza e punge. “Ma vedrai che ti risponderà. Spero non vada a  Discovery anche lui”. Una dichiarazione di stima e di vicinanza politica che dovrebbe far riflettere i dirigenti dem ed Elly Schlein in particolar modo. 
 

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