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La strategia del ministro Daniela Santanchè: l'Italia ha un piano industriale per il turismo

Mario Benedetto
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L’Italia può ripartire dal turismo. L’attenzione del governo per il comparto, dunque per il nostro made in Italy, passa per progetti e obiettivi chiari. Ne ha parlato in un colloquio con Il Tempo il ministro del Turismo, Daniela Santanchè. 
Ministro, partiamo dalle cronache dell’Emilia Romagna: una situazione critica che non impedisce di guardare con fiducia all’arrivo dei turisti...
«Con il presidente Bonaccini e con l'assessore al turismo della Regione Corsini siamo in costante contatto fin dalle prime ore e non intendiamo far passare il messaggio di una regione distrutta, poiché i danni maggiori sono stati all'interno, mentre la costa è stata, fortunatamente, colpita in maniera minore. Non appena la situazione si sarà stabilizzata siamo certi di poter accogliere, per la stagione alle porte, tutti i turisti che sono soliti raggiungere questi luoghi di villeggiatura. Proprio per lanciare questo messaggio, la prossima settimana mi recherò in Emilia Romagna dove presenteremo una campagna di comunicazione congiunta del ministero del Turismo insieme ad Enit per il rilancio del turismo nei territori colpiti dopo i drammatici eventi alluvionali. Insieme all'assessore Corsini siamo pronti ad assicurare che l’Emilia Romagna è e deve restare attrattiva a livello nazionale e internazionale, pertanto va interrotta ogni narrazione negativa. Voglio rassicurare tutti sulla piena agibilità di stabilimenti, spiagge e strutture ricettive ed ai turisti che confermino le loro intenzioni di viaggio qui intendo dire che oltre a godere del divertimento e della qualità della gastronomia locale, compiono una scelta anche solidale. La scelta di sostenere un territorio che è pronto a ripartire».
Passiamo al valore del comparto: considerando l’indotto parliamo di una cifra che supera il 13% del Pil. Dunque turismo come finestra sul mondo e anche sul nostro futuro...
«Esatto. Intanto voglio sottolineare che tutte le risorse che si investono nel turismo hanno un moltiplicatore davvero elevato e che gli investimenti nel turismo sono un volano per l'intera economia nazionale. Il turismo è una materia di per sé trasversale, composta di tanti comparti strategici, basti pensare al turismo sportivo, a quello enogastronomico, culturale e religioso. Abbiamo appena ricevuto l'approvazione da parte delle Camere al nostro Piano strategico sul turismo 2023-2027: è la prima volta che il turismo in Italia si dota di un vero piano industriale».
Il primo piano industriale per il turismo è una notizia di peso. Quali i punti cardine? 
«Dobbiamo lavorare non solo sulle mete classiche, ma parallelamente concentrarci sulle altre destinazioni. Firenze, Roma, Venezia sono molto ricercate ed, anzi, a tratti protagoniste di “overtourism”. Come ogni fenomeno socioeconomico, il turismo dobbiamo saperlo gestire, altrimenti rischiamo di subirlo. E subendolo, si rischia anche di generare percezioni negative sul turismo da parte delle comunità locali. È anche comprensibile che chi vive in luoghi che in alta stagione vengono presi d’assedio da flussi incontrollati, inizi a guardare con fastidio ai visitatori. Il turista è un valore aggiunto, ma deve avere stimoli e proposte differenti rispetto a quelli che già sa a memoria. Le strategie che si possono mettere in atto vanno messe a terra lavorando insieme, perché non è un obiettivo del singolo ma della comunità che abita i territori. Ad esempio, si può incentivare la dispersione dei turisti all’interno della città, e anche oltre, suggerendo la visita di mete meno note e di aree meno turistiche, promuovendo per esempio i nostri meravigliosi Borghi. Puntare sul turismo termale per favorire il turismo in altri periodi dell’anno rispetto ai periodi canonici. Promuovere sempre di più esperienze legate al turismo lento, ai cammini, al cicloturismo. Proprio sul cicloturismo le fornisco un esempio lampante: la Germania fattura 20 miliardi con un minor numero chilometri di percorsi, mentre l'Italia ne fattura solo 5. La nostra Nazione ha il grande vantaggio di avere davvero tutto, dobbiamo solo imparare a sfruttarlo al meglio. Il piano è poi focalizzato a incentivare e valorizzare il turismo di qualità».
Interessante il riferimento alla qualità come parametro di valutazione dei flussi, un nuovo paradigma per la crescita...
«Assolutamente. Difatti io oggi intendo cambiare la metodologia con cui si era soliti analizzare i flussi turistici, cambiare paradigma: fino ad ora guardavamo ai flussi in modo quantitativo, ma oggi dobbiamo puntare sulla qualità. I turisti sono, giustamente, sempre più esigenti. È una domanda sempre più specifica, attenta all’ambiente, alla qualità dei servizi. E più s’innalza la domanda, anche in termini di aspettative ed esigenze, più deve innalzarsi l’offerta. Lo sanno gli imprenditori del settore e le associazioni di categoria, con cui ho un confronto costante. Lo sa il ministero, che ha messo a disposizione degli operatori ben 1 miliardo e 380 milioni di euro proprio per innalzare i livelli qualitativi delle strutture turistiche». 
Capitolo «grandi eventi»: da Ryder Cup, Milano-Cortina 2026, Giubilei alla candidatura di Roma per Expo 2030. Un altro volano di attrattività per portare il mondo «a casa nostra»...
]«Dallo sport al turismo religioso come dicevo le potenzialità sono enormi. Solo per il Giubileo sono previsti 30 milioni di turisti. Dunque non solo Roma ma tutta l'Italia dovrà beneficiare di un evento così importante. Stesso discorso per ExpoRoma2030. Ogni ministero sta dando il massimo per far si che la nostra Nazione si aggiudichi l'ospitalità di questo grande evento. Roma ha tutte le carte in regola per vincere. Io ho vissuto a Milano ed ho assistito a come Expo 2015 abbia cambiato radicalmente la città, con benefici in termini strutturali e di flussi di visitatori di cui Milano gode ancora oggi».
Il lavoro dipendente cresce a ritmi superiori allo scorso anno. Tra marzo e aprile 2023 sono stati creati oltre 100mila posti al netto delle cessazioni. Circa 40.000 nel turismo: dal settore, dunque, una possibile svolta anche per l’occupazione? 
«Confermo il mio preciso obiettivo: destagionalizzare il turismo in Italia. Destagionalizzare i flussi, con le giuste politiche, significa garantire una maggiore stabilità per chi lavora nel turismo, che potrà contare su contratti di lavoro a tempo indeterminato, anziché contratti stagionali. È la grande sfida che mi pongo da ministro del turismo per una vera ripartenza».
Dunque l’Italia può, concretamente, ripartire dal turismo?
«Questo governo ci crede molto. Il nostro presidente, Giorgia Meloni, ci crede da sempre: non appena vincevamo le elezioni regionali, il primo assessorato che chiedevamo era quello del turismo. I governi di sinistra o con la sinistra che si sono succeduti si sono riempiti la bocca di turismo ma nessuno ci ha mai creduto davvero. Oggi invece tutti, ritengo, si stiano rendendo conto che i fondi dati al turismo si spendono bene: il ministero del Turismo ha già raggiunto tutti gli obiettivi Pnrr previsti per giugno e dicembre 2023. E sono certa che se nel percorso di revisione del Pnrr arriveranno altre risorse per il settore: sarà un'ulteriore indicazione di come non solo io ma tutto il governo creda fermamente nella sfida di fare del turismo la prima industria della Nazione».
 

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