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Riforme costituzionali, Roberto Morassut contro Elly Schlein: "Sì al premierato"

Edoardo Romagnoli
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Le opposizioni sempre più divise sulla forma di governo. L’ultima «defezione» in ordine temporale è quella del deputato del Partito democratico Roberto Morassut: «Le elezioni in Turchia risvegliano la speranza di una svolta politica in uno dei Paesi più importanti nel contesto mondiale e non solo euro mediterraneo. Il 98% dei turchi si è recato al voto nonostante l’esistenza di un regime autoritario o di una ’Democratura’, come oggi si dice. Tutto questo introduce riflessioni profonde anche per noi, in Italia. L’elezione diretta del capo del Governo è davvero così pericolosa e inquietante? In Italia la democrazia è stanca e il parlamentarismo infiacchito. Governi che vivono di decreti e fiduce e un Parlamento che discute di quasi nulla, con equilibri perennemente instabili». Una posizione non proprio in linea con quella della segretaria Elly Schlein che invece aveva bocciato sia l’elezione diretta del presidente del Consiglio che quella del presidente della Repubblica. Un’opposizione totale che aveva portato Schlein a proporre ironicamente alla Meloni durante il loro primo faccia a faccia l’istituzione di una «monarchia assoluta». «Occorre trovare la strada di una democrazia più efficiente e decidente - continua Morassut - con i giusti contrappesi parlamentari. Credo che il Pd debba porsi questo nodo irrisolto da decenni. E non sia giusto chiudersi nella difesa di scuola dell’esistente. Un no secco va posto sull’autonomia differenziata, invece. Senza mediazioni. Mettendo in campo una nostra idea di riforma del regionalismo e le macroregioni. Un modo per spaccare la destra, senza avere paura di una qualche forma di elezione diretta. Anche perché se si votasse domani, credo che Elly Schlein batterebbe Giorgia Meloni». Sull’elezione diretta del presidente del Consiglio il governo aveva ricevuto l’avvallo anche del Terzo Polo.

 

 

 

 

«Siamo favorevoli all’indicazione del presidente del Consiglio, con l’opzione del sindaco d’Italia o con l’indicazione del presidente del Consiglio. Abbiamo sottolineato che c’è un tema grande che è l’efficienza del Parlamento, oggi viviamo in un monocameralismo di fatto. Noi siamo a favore di una scelta monocamerale e di una distinzione fondamentale delle due Camere», aveva detto il leader di Azione Carlo Calenda. Ma poi sulla proposta di Azione di far partire delle consultazioni fra le forze di opposizione, soprattutto con il Movimento 5 Stelle, la componente di Italia Viva aveva voluto fare dei distinguo. In quell’occasione Maria Elena Boschi aveva dichiarato: «Non è possibile un coordinamento con il M5S che è contro le riforme. Le riforme costituzionali servono al Paese, non alla presidente del Consiglio o a noi. Italia Viva è nata per fare le riforme e non siamo pregiudizialmente contro, come fu invece Meloni quando era all’opposizione da leader di FdI nel 2016». Ora non resta che stare a guardare ciò che succederà, se si aprirà un confronto interno ai partiti per riuscire a individuare una formula comune per dare stabilità al Paese o se tutto rimarrà così come è in nome di un’opposizione a oltranza.
 

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