Riforme, Meloni tira dritto: "Pronta anche al referendum"
La riforma costituzionale è "una priorità" e "una potentissima riforma economica". Parla chiaro la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dal palco del Gran Teatro Morato di Brescia in occasione dell'evento di chiusura della campagna elettorale del candidato sindaco del centrodestra, Fabio Rolfi. E poi lancia la sfida: "Se il Parlamento non vorrà approvare con i numeri che servono la riforma, lo chiederemo ai cittadini con il referendum". "Vi diranno - afferma Meloni - che non è una priorità, ma non vi fate prendere in giro, perché ve lo diranno quelli che sono stati al potere con i giochi di palazzo. Hanno paura che possano decidere i cittadini, ma è esattamente quello che faremo, perché vogliamo governi stabili che durino cinque anni e scelti dai cittadini".
All'inquilina di Palazzo Chigi fa eco, inserendo anche il tema dell'autonomia, il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini: "L'obiettivo è arrivare a fine legislatura con un'Italia federale e i cittadini che eleggeranno direttamente il presidente del Consiglio e la sua maggioranza di governo".
A Brescia i leader del centrodestra tornano insieme sul palco dopo l'evento di inizio settimana ad Ancona. Ci sono anche i ministri Roberto Calderoli e Daniela Santanchè e il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Un abbraccio ideale e gli applausi degli oltre 1.300 presenti in sala, dove sventolano bandiere dei partiti, vanno al leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, definito "un leone" sia da Meloni che da Salvini. In videocollegamento interviene per gli azzurri l'altro vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, secondo cui "nessuno si può permettere di offendere l'Italia".
In politica estera, d'altronde, rivendica Meloni, il governo "non si inchina di fronte a nessuno". L'azione dell'esecutivo è il fil rouge dell'intervento della premier, che rivendica i risultati sul Pil e l'occupazione, ma punta anche a fare quadrato. E sottolinea: "Ormai non leggo quasi niente, mi serve di sapere che cosa pensa la gente del nostro lavoro. Per me tornare in mezzo alla gente vale più di qualsiasi cosa. Il vostro giudizio è l'unico giudizio che mi interessa, oltre a quello della mia coscienza". A proposito di questo, Salvini chiarisce: "Ci sono ricostruzioni incredibili sui dissapori tra me e Giorgia, noi per cinque anni andiamo avanti dritti come treni. Non ci ferma nessuno". D'altronde, la premier si dice "fiera" della coalizione, dei ministri, dello stesso Salvini e "fierissima di Silvio" Berlusconi.
In ogni caso, dopo aver fatto una carrellata degli ultimi provvedimenti adottati dal governo, tra cui il dl Lavoro deliberato nel Consiglio dei ministri del Primo maggio, Meloni mette ancora in chiaro: "Qui non ci stiamo per sopravvivere. Ci prendiamo un impegno: o questa nazione la cambiamo davvero o non c'è bisogno di stare al governo, come ha fatto qualcun altro. Ci saranno giorni difficili, ma vi prometto che quando avremo finito il nostro lavoro voi sarete fieri, di nuovo, di essere italiani".
Ma la premier poi mette i puntini sulle 'i': "Io ogni giorno frusto un ministro o imbavaglio un ministro, leggo di tutto. Il metro per giudicare la compattezza della maggioranza è nella velocità nel prendere le decisioni. Noi abbiamo visto i governi di quelli che stavano insieme a forza e che non riuscivano a decidere niente". In ogni caso, le elezioni amministrative che chiameranno al voto circa 6 milioni di italiani fra domenica e lunedì rappresentano anche un test per il governo.