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Stati generali della Natalità, Giorgia Meloni sul palco con Papa Francesco

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"La nascita dei figli è l'indicatore principale per misurare la speranza di un popolo. Se ne nascono pochi vuol dire che c'è poca speranza. E questo non ha solo ricadute dal punto di vista economico e sociale, ma mina la fiducia nell'avvenire". È il monito di Papa Francesco che risuona nell'auditorium della Conciliazione di Roma, dove oggi si sono chiusi gli Stati generali della Natalità. "Santità, amiamo le nostre famiglie, amiamo la nostra patria, crediamo nel nostro futuro e faremo fino in fondo la nostra parte", la risposta della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con lui sul palco.

L'arrivo del Santo Padre è accolto da un lungo applauso: il Pontefice resta seduto anche durante il suo discorso, "mi scuso per non parlare in piedi ma non tollero il dolore", si giustifica. Al suo fianco si siede la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, vestita di un bianco simile a quello di Bergoglio. Un dettaglio, questo, che - quando i due si sono incontrati sul palco all'inizio della manifestazione - ha sorpreso i presenti ma il Pontefice ha reagito con grandi sorrisi in un clima di cordiale condivisione su un tema caro a entrambi. Papa Francesco ha ascoltato attentamente l'intervento della presidente del Consiglio e quando Meloni è tornata al suo posto, si è alzato in piedi per stringerle la mano.

"Occorrono politiche lungimiranti", l'esortazione del Santo Padre che chiede di "cambiare mentalità": la famiglia - spiega - "non è parte del problema, ma della sua soluzione. E allora mi chiedo: c'è qualcuno che sa guardare avanti con il coraggio di scommettere sulle famiglie, sui bambini, sui giovani?". Il Pontefice individua perfettamente le cause di questo "inverno demografico": le giovani generazioni "sperimentano più di tutti una sensazione di precarietà", per cui "il domani sembra una montagna impossibile da scalare". Dove le donne sono "spesso costrette al bivio tra carriera e maternità". C'è difficoltà "a trovare un lavoro stabile, difficoltà a mantenerlo, case dal costo proibitivo, affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali". Sono problemi, ammonisce il Santo Padre, "che interpellano la politica".

Il governo "ha fatto della natalità e della famiglia una nostra priorità assoluta della sua azione", assicura la premier Meloni, anche se "viviamo in un'epoca nella quale parlare di natalità e famiglie è diventato sempre più difficile, sembra quasi un atto rivoluzionario". La presidente del Consiglio vuole invece mettere dei punti fermi: anzitutto "vogliamo una nazione in cui non sia un tabù dire che la maternità non è in vendita e gli uteri non si affittano, che i figli non sono prodotto da banco che puoi scegliere come da uno scaffale del supermercato", e dove "non sia più scandaloso dire che siamo tutti nati da un uomo e una donna". Poi, "se le donne non avranno la possibilità di realizzare il loro desiderio di maternità senza rinunciare a quello professionale non è che non avranno pari opportunità, non avranno libertà", osserva Meloni, elencando una serie di misure messe in campo dal governo, come "l'aumento dell'assegno unico, il rafforzamento del congedo parentale, il diritto a convertire in tasso fisso il tasso variabile del mutuo e le novità in tema di lavoro: l'assegno di inclusione o la previsione di rendere strutturale la detassazione totale dell'erogazione da parte del datore di lavoro dei fringe benefits fino a 3 mila euro, ma dando priorità a chi ha figli a carico".

Tutte misure che, secondo la premier, denotano non "l'approccio dirigista e fallimentare del passato, in cui si credeva che si potessero creare per decreto lavoro e ricchezza. Il nostro è un approccio sussidiario, di chi crede che compito dello Stato sia creare le condizioni favorevoli alla famiglia, allo sviluppo, al lavoro".

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