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Caro affitti, Bernini promette agli studenti risposte immediate grazie al Pnrr

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«Non voglio cavalcare polemiche, ma trovare soluzioni. Nè posso permettere che si faccia demagogia su un tema così importante e che in questi anni non è stato affrontato come andava fatto». A parlare così in un’intervista a Il Giornale è il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, che si riferisce in particolare alla protesta degli studenti sul «caro affitti» delle case. «Il momento è difficile, c’è una congiuntura economica che pesa molto anche sugli affitti. Dobbiamo dare risposte subito, ponendoci in una posizione di ascolto e non di contrapposizione», prosegue Bernini secondo la quale «servono più risorse». 

 

 

«Con l’aiuto di tutto il governo - spiega l’esponente di Forza Italia - per le residenze universitarie abbiamo già messo in legge di bilancio 400 milioni in più rispetto alle risorse ordinarie, che ci permetteranno di creare 14mila nuovi posti letto. Si tratta di risorse extra rispetto a quelle Pnrr. Ma sappiamo che è solo un primo passo». Tuttavia, aggiunge il ministro per l’Università, «il Pnrr prevede di realizzare 60mila posti aggiuntivi» tant’è che «il Miur ha già raggiunto il primo target, assegnando agli studenti 7.500 posti letto» e «nelle prossime ore partirà una manifestazione d’interesse per capire gli immobili pubblici su cui possiamo contare per creare gli altri 52.500 posti previsti». 

 

 

Bernini nel colloquio con il quotidiano sostiene di aver già chiesto nei giorni scorsi «il supporto dei sindaci delle città metropolitane e lunedì ho istituito il gruppo di lavoro che dovrà stabilire prezzi al di sotto di quelli di mercato». Quanto a possibili agevolazioni sulle rette in Ateneo, il ministro afferma che «esiste una No tax area che il Ministero rifinanzia con 165 milioni di euro l’anno per esonerare gli studenti con un Isee inferiore a 22mila euro dalle rette universitarie» e che «nella legge di Bilancio abbiamo stanziato ulteriori 500 milioni per i prossimi due anni con l’obiettivo di aumentare il numero e l’importo delle borse di studio. Il diritto allo studio è una priorità del Governo» perché «occorre un’università che sia attrattiva, che dia prospettive, che crei un collegamento tra formazione e imprese» la chiosa di Bernini per tranquillizzare gli studenti in fermento.

 

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